Musica per la città:  Skabeikaité dirigerà “I Solisti aquilani” 

All’auditorium del Parco anche l’ambasciatrice di Lituania Omaggio all’Est per il sesto appuntamento della rassegna

L’AQUILA. È un omaggio alla Lituania, Paese d’origine di Raimonda Skabeikaité che dirigerà “I Solisti aquilani”, il programma del concerto di oggi, alle 18, nell’auditorium del Parco all’Aquila. L’apertura è affidata a un brano dell’italiano Bruno Bettinelli, “Due invenzioni per orchestra d’archi”. Si tratta del sesto appuntamento della rassegna “Musica per la città” che l’orchestra d’archi, con la direzione artistica di Maurizio Cocciolito, presenta nel capoluogo. Ospite d’onore l’ambasciatrice della Lituania in Italia Dalia Kreiviené, accompagnata dall’addetto culturale, Laura Gabrielaityté-Kazulènienè. L’ambasciatrice sarà accolta dal console onorario per l’Abruzzo, Maurizio Cocciolito, e dalle autorità civili e militari. La direttrice, compositrice ed educatrice musicale Raimonda Skabeikaitè è nata nel 1991 a Mažeikiai, in Lituania e dal 2013 vive a Graz, in Austria. Nel maggio 2022 ha vinto il Concorso internazionale di direzione d’orchestra “Nino Rota”. Dall’estate 2020 si dedica sempre più all’associazione e al collettivo artistico SevenCircles, che esplora la diversità artistica e culturale dei suoi componenti. Dopo l’apertura con Bettinelli il programma del concerto prosegue con “Bolero. Pavane lacrimae” di Vidmantas Bartulis (1954-2020), «un esteso dittico con violoncello solista», afferma Alessandro Mastropietro nelle note di sala, «nel quale un diffuso clima dolente e assorto si combina in modo timbricamente fascinoso con evidenti reminescenze delle Quattro stagioni vivaldiane. In “Plexus” (2007) di Arvydas Malcys (1956) emergono, in alcuni pannelli, tratti vicini alla seconda generazione dei minimalisti (ancor più netti in Milky Way, 2004), in cui l’iterazione si combina con una pianificazione della fraseologia e della densità armonica-melodica». Faustas Laténas (1956-2020) è stato anche un operatore e un personaggio della politica culturale lituana, nonché autore di molta musica di scena per il teatro; il suo “In loving memory”, nel concerto di oggi proposto nella versione per orchestra d’archi (originale per quartetto, 1986), dedicato agli amici emigrati dalla Lituania, sottopone materiali stilisticamente molto denotati a un travestimento che va dalla deformazione sarcastica al commosso epicedio. (c.s.)