Perde tutto col sisma, assicuratore salvato dall’ammazza debiti 

Applicata una normativa 2012 scoperta grazie a un video Dei 90mila euro di passivo ne dovrà pagare solo un quarto

L’AQUILA . Ha accumulato debiti per 90mila euro a causa del terremoto. A salvarlo, dopo undici anni di tribolazioni, sono stati la legge cosiddetta “ammazza-debiti” e soprattutto l’incontro quasi casuale con l’avvocato di uno studio lombardo che si occupa di casi legati all’applicazione di questa normativa. È uscito così, un aquilano 40enne che nel 2009 era contitolare di un’agenzia assicurativa, da una vicenda che l’ha ridotto sul lastrico e da cui ha rischiato di essere definitivamente stritolato con la sua famiglia, composta da moglie e due figli. La sua storia è quella di una vittima economica del sisma che dopo la scossa fatale del 6 aprile si è ritrovato la vita stravolta, finendo in un meccanismo perverso apparentemente senza via di uscita.
Fino a quel tragico giorno l’assicuratore conduceva un’esistenza come tante altre, mantenendo se e i suoi cari con il proprio lavoro e con introiti derivanti dall’affitto di alcuni immobili. Il terremoto ha cancellato all’improvviso tutte le sue certezze e le prospettive di stabilità economica. Persi gli incassi per i canoni di locazione degli immobili, distrutti e tutt’ora non ricostruiti, e crollata la sede lavorativa, il professionista si è ritrovato di fatto senza alcun mezzo di sostentamento.
L’agenzia in cui lavorava è stata trasferita a Teramo e lui si è dovuto far carico anche delle spese di viaggio. Nel 2013 l’attività è cessata: di conseguenza l’aquilano ha perso il lavoro ma nel frattempo aveva già accumulato debiti, faticando anche a versare i contributi Inps. A farlo riemergere dal vortice è stato l’incontro sul web con l’avvocato Monica Pagano. Il legale, che lavora in uno studio operativo tra Milano e Brescia, ha pubblicato in rete diversi video sull’applicazione della legge “ammazza-debiti”. Proprio dopo aver visto una di queste registrazioni l’assicuratore si messo in contatto con lei. «Per pagare le spese quotidiane», racconta Pagano, «il nostro cliente aveva dovuto contrarre un primo prestito da 25mila euro, che sono saliti fino a 90mila dopo che altre sue esperienze lavorative si sono rivelate scarsamente redditizie». Il professionista si era trasferito a casa della madre e aveva trovato anche un’altra occupazione ma, precisa l’avvocato, era «a un passo dal baratro, con un monte debiti a cui difficilmente avrebbe potuto far fronte percependo uno stipendio di poco più di mille euro al mese e avendo due figli a carico». Grazie all’assistenza ricevuta dal legale, dunque, il 40enne è riuscito a ottenere dal tribunale dell’Aquila l’applicazione della normativa che risale al 2012. Il professionista in sostanza dovrà pagare poco più di 20mila euro, in pratica un quarto dei suo debito, versando quote mensili di 240 euro per sette anni.
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