Piazza Duomo, altri no al parcheggio

Italia Nostra e Rifondazione comunista contestano il project financing: un’opera vecchia e dannosa per la città

L’AQUILA. I l project financing che propone la realizzazione di un parcheggio e di una galleria commerciale sotto piazza Duomo continua ad incassare altri «No grazie». A scendere in campo, dopo Appello per L’Aquila, Sel e un gruppo di intellettuali aquilani, sono ora anche Rifondazione comunista e Italia Nostra.

Goffredo Juchich ed Enrico Perilli, rispettivamente segretario comunale di Prc e capogruppo consiliare, esprimono «perplessità sia sulla natura dell'opera, che si inserirebbe in un contesto desertificato dal terremoto e che non vede ancora nessuno slancio nella ricostruzione, sia sulle modalità di attuazione del progetto che», affermano, «non rientra nel programma di mandato dell'amministrazione. Ribadiamo che è indispensabile che il Comune dell'Aquila individui nella ricostruzione dei centri storici la priorità sulla quale investire tempo, risorse ed energie e che una grande opera del genere non si inquadra nell'ambito delle priorità di un territorio dove gran parte del patrimonio residenziale è ancora completamente distrutto. Rifondazione comunista sosterrà la propria contrarietà e le ragioni delle giuste priorità sia nei normali canali istituzionali di giunta e consiglio comunale, ma anche in tutti i percorsi partecipativi di cui si farà promotrice o che altri vorranno mettere in campo. Non crediamo, infine, che sventrando piazza Duomo si renda un servizio alla collettività. Solo avviando con decisione la ricostruzione, restituendo alla città il suo centro storico che era anche centro commerciale diffuso, il sindaco, la giunta e il consiglio comunale potranno lasciare un segno nella storia di questo territorio».

Anche Italia Nostra si dice «decisamente contraria all’ipotesi di realizzare, sotto la storica piazza del mercato, un parcheggio per 525 posti auto, 350 per i residenti (da vendere, pare, a 40 mila euro l’uno più Iva!) e 175 a servizio di un’annessa "galleria commerciale", sempre sotterranea, di circa 4.200 metri quadri. Lo "scellerato" progetto prevede anche un accesso, sempre sotterraneo, da via XX Settembre, attraverso via delle Bone Novelle e via dell’Arcivescovado. Le motivazioni alla base di questa decisa e convinta contrarietà sono non solo di ordine generale e tecnico ma anche e soprattutto culturali: la proposta nasce già vecchia non tanto perché risale a metà degli anni Ottanta, ma perché inserita in un quadro generale ormai completamente mutato. Il futuro non sono certo i parcheggi, specie per un centro storico martoriato dal sisma del 2009 il cui “restauro-ricostruzione” dovrebbe essere assolutamente prioritario rispetto a qualsiasi altra iniziativa.

Inoltre, la Piazza – luogo centrale e identitario dove si tiene (teneva) il mercato da oltre sette secoli – verrebbe snaturata così come lo sarebbero, ancora di più di quanto non lo fossero già prima del sisma, le caratteristiche storiche, architettoniche, sociali e culturali della città. Oggi il futuro è nella singolarità dei luoghi non nella omologazione ai prototipi “commerciali” presenti ormai ovunque». Inoltre, per Italia Nostra, «si scaverebbe senza sapere cosa c'è sotto e quali danni (causa vibrazioni) possa portare lo scavo agli edifici, tutti puntellati da oltre 3 anni, che già faticano a tenersi in piedi. Autorevoli studiosi locali, poi, non escludono significative presenze archeologiche e stupisce la rapidità con la quale qualche studioso non locale si sia affrettato ad escluderle. C’è poi la questione del traffico. Al più inesperto di urbanistica e di traffico è ben noto che i grandi parcheggi sono "generatori di traffico" e non sono necessariamente funzionali alla tanto auspicata pedonalizzazione del centro storico: caso emblematico quello di Ancona, dove un grande parcheggio in una delle piazze centrali della città non ha portato alla chiusura del centro né alcun beneficio al traffico».

L’associazione punta il dito sul sottoutilizzo del parcheggio di Collemaggio «dove potrebbero essere realizzati degli ascensori che portino a viale Rendina, ovvero direttamente al centro, con un costo decisamente basso».

Per Fabrizio Foglietti, presidente del Codacons Abruzzo «il sottosuolo di piazza Duomo ha natura demaniale e il Comune non potrebbe trasferirne la proprietà a un privato a meno che non intenda procedere alla sdemanializzazione della piazza con la sottrazione della stessa alla libera circolazione dei cittadini».

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