Primo consiglio comunale: insieme per la lotta al Covid 

Bloccate sul nascere le polemiche sollevate da Babbo, Ridolfi eletto presidente Nell’unità di crisi voluta da Di Pangrazio anche due esponenti dell’opposizione 

AVEZZANO. Uniti per mettere la città in sicurezza. L’emergenza Covid, tranne per la scaramuccia iniziale innescata dal consigliere, Mario Babbo, per il mancato rispetto dell’accordo pre-ballottaggio e la presunta incompatibilità del sindaco, Gianni Di Pangrazio, per le vicende dei debiti Cam respinte al mittente dai colleghi Alfredo Chiantini e Roberto Verdecchia e dal primo cittadino, ha fatto registrare l’unità di intenti e di collaborazione almeno fino al superamento dell’emergenza pandemica. L’appello della maggioranza a fare gioco di squadra, nel consiglio di insediamento, a porte chiuse al castello Orsini, alla fine ha portato pure all’elezione del presidente del consiglio dell’avvocato ed ex assessore, Fabrizio Ridolfi, con 19 voti: 2 in più della maggioranza, forse 3 con l’astensione del prescelto. Quattro le schede bianche, mentre i due consiglieri, Iride Cosimati e Alfredo Mascigrande, erano assenti giustificati.
L’onore di condurre le danze dell’insediamento, quindi, è toccato al consigliere di minoranza, Stefano Lanciotti. Un consiglio all’insegna del “vogliamoci bene” per dare ognuno il contributo fattivo per la città dove la situazione d’emergenza continua a crescere: il primo segnale, che ha spinto la partita del Cam fuori dal consiglio comunale, è arrivato nel momento del voto di compatibilità di tutti gli eletti, sindaco compreso: il punto è stato approvato all’unanimità.
«Al ballottaggio abbiamo optato per i moderati e sottoscritto un accordo con Di Pangrazio, non rispettato per il veto su una parte della coalizione (il Pd, ndc). Oggi ci ha scacciati», ha affermato Babbo, «calpestando il patto d’onore, faremo un’opposizione responsabile». Poi ha sferrato l’attacco sulla presunta incompatibilità del sindaco che sarebbe al vaglio del prefetto.
«Capisco l’amarezza della sconfitta», ha risposto Verdecchia, «ma al ballottaggio gli accordi non si fanno all’ultimo minuto». Chiantini ha invitato Babbo e l’intera minoranza a «stringersi attorno alla guida salda del sindaco: ci sarà tempo per le battaglie politiche». Per Di Pangrazio «occorre lasciare fuori dalla politica i giochi di palazzo: il consiglio è sovrano», ha dichiarato, «la città ha scelto questo sindaco e questo consiglio. Serve l’unione della città, sarebbe troppo facile fare promuovere azioni paventando danni erariali. Quando avremo superato l’emergenza i partiti potranno fare la propria parte. C’è gente che è morta in macchina».
Sul tasto unità hanno battuto pure i consiglieri di maggioranzaDomenico Di Beradino, Alessandro Pierleoni, Ignazio Iucci, Nello Simonelli, Antonio Del Boccio. Appello condiviso dalla minoranza, dove il leghista Tiziano Genovesi, la consigliera Pd, Lorenza Panei, e il centrista, Filomeno Babbo, hanno aperto la porta. Il primo passaggio ci sarà nell’unità di crisi dove siederanno pure 2 consiglieri di minoranza, mentre Ridolfi ha incassato 19 sì che lo hanno spinto alla presidenza del consiglio al primo voto. «È una grande emozione», ha affermato, «assumo questo incarico con umiltà e rispetto facendo tesoro della breve esperienza nella precedente amministrazione che mi ha fatto capire l’importante della condivisione. Sarò imparziale per garantire tutte le posizioni nel rispetto di leggi, statuto e regolamento, e per restituire credibilità alle istituzioni puntando sulla soluzione dei problemi».
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