Pronto il piano di bonifica per l’Accord Phoenix

Domani i legali della difesa lo presenteranno alla Procura della Repubblica Lo scopo è quello di ottenere il prima possibile il dissequestro della fabbrica

L’AQUILA. Nuova iniziative da parte dell’Accord Phoenix per arrivare al dissequestro del sito produttivo nel mirino a causa di problemi di natura ambientale. Domani mattina i legali dell’azienda, Giulio Agnelli e Roberto Madama, presenteranno alla Procura della Repubblica un piano di bonifica del sito, che prevede, tra le altre cose, l’impermealizzazione della pavimentazione, redatto da competenti ingegneri specializzati in queste tematiche. La magistratura intende valutarlo tramite propri esperti e, una volta fatte le debite considerazioni, potrebbe dare l’ok ai lavori programmati. Tale attività potrebbe durare circa un mese e, alla fine, i magistrati potrebbero anche concedere la riattivazione del sito. Questa, a conti fatti, è l’unica strada percorribile per far riprendere il ciclo produttivo senza aspettare i tempi dei ricorsi al Riesame o alla Cassazione dall’esito incerto. L’approdo finale è quello di salvaguardare occupazione e progetti di nuovi investimenti. Questa strada, comunque, non blocca certo il corso dell’inchiesta penale che ha portato al clamoroso sequestro del sito a fronte di un’altra indagine per truffa tuttora in fase meno avanzata, che corre su altri binari.

I guai per quest’azienda sono iniziati alla fine dello scorso dicembre quando la Guardia di Finanza chiuse lo stabilimento. Il sequestro del sito produttivo scattò dopo una lunga ispezione delle Fiamme Gialle. Dieci uomini del comando di Pescara setacciarono la fabbrica, controllando soprattutto gli impianti in fase di installazione, e alla fine ne disposero la chiusura, contestando rilievi di natura penale riguardo alla lavorazione dei rifiuti elettronici. Un provvedimento che ha colto di sorpresa il management dell’azienda e che arrivò a pochi giorni dalle nuove 35 assunzioni programmate per lo scorso mese di gennaio. L’attenzione della Guardia di Finanza di Pescara, che decise l’ispezione dopo una ricognizione aerea sul polo elettronico aquilano, si concentrò proprio sui macchinari che dovranno servire per la lavorazione e il recupero dei cosiddetti Raee, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: in pratica, all’azienda venne contestato, tra le altre cose, di aver dislocato le macchine in contrasto con quanto stabilito nella prima autorizzazione rilasciata dalla Regione.

Gli avvisi di garanzia riguardano, al momento, il presidente del consiglio di amministrazione e rappresentante legale dell’Accord Phoenix, l’indiano Ravi Shankar, il consigliere di amministrazione e direttore generale della stessa società, Francesco Baldarelli e il responsabile della produzione Hansen Jorgen Lundo.

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