Recupero di San Bartolomeo, c’è il progetto 

La chiesa fu distrutta nel sisma del 1915. E San Giovanni ospiterà i resti di madre Teresa Cucchiari

AVEZZANO . La chiesa di San Giovanni ospiterà i resti di madre Teresa Cucchiari e intanto si lavora per la ricostruzione del volume perimetrale della collegiata di San Bartolomeo con reti in metallo. “Identità e memoria storica” è il tema dell’incontro – organizzato dalla diocesi, dal Comune di Avezzano, dalla Soprintendenza e dalla Pro loco – che si è tenuto ieri nella chiesa di San Giovanni alla presenza dei rappresentanti istituzionali e dei tecnici che stanno lavorando ai due importanti progetti. In occasione del completamento dei lavori di restauro del complesso parrocchiale di San Giovanni, è stato deciso di realizzare una cappella con un’urna marmorea che accoglierà i resti di madre Teresa, fondatrice della congregazione delle suore della Santissima Trinità, i cui resti vennero ritrovati nel 2017 durante gli scavi dell’ex collegiata di San Bartolomeo come spiegato dalla Soprintendente Emanuela Ceccaroni. «Una nuova cappella in questa chiesa ospiterà i resti di madre Teresa Cucchiari che appartiene alla storia più profonda della nostra città», ha ricordato il vescovo Pietro Santoro. «Questa collocazione rientra in un momento di evangelizzazione per la comunità ecclesiale». Contestualmente, proprio nell’incontro moderato da don Francesco Tallarico, al quale ha preso parte anche Ilio Leonio della Pro loco, è stato presentato il progetto “Dal degrado a un recupero storico e architettonico della collegiata di San Bartolomeo”. Per il sindaco Gianni Di Pangrazio «l’identità, la storia e la memoria sono fondamentali per ognuno di noi e per il nostro territorio. Tenere viva la collegiata di San Bartolomeo distrutta nel sisma del 1915 è per noi motivo di orgoglio e per questo faremo in modo che quei resti possano essere fruiti da tutti». A presentare il progetto per la ricostruzione del volume della collegiata è stato l’architetto Aldo Cianfarani che insieme ad Antonello Incerto ha curato il progetto. «Abbiamo fatto una ricostruzione bidimensionale della facciata di San Bartolomeo prima del sisma sia attraverso le foto, sia attraverso il progetto depositato all’archivio storico del Comune», hanno evidenziato i tecnici. «Abbiamo realizzato una ricostruzione tridimensionale e ci siamo interrogati sulla scelta dei materiali per la ricostruzione della facciata. La soluzione migliore è l’utilizzo di reti in metallo, materiale scelto già per la basilica di Siponto a Manfredonia». (e.b.)
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