Ricostruzione, battesimo di fuoco per Chiodi

Nel primo giorno dell'insediamento come commissario del presidente della Regione Gianni Chiodi subito al tappeto tanti problemi da risolvere, dalla grana dei pedaggi alla struttura di missione

L’AQUILA. Dalla grana dei pedaggi non più gratis alla struttura di missione. Battesimo di fuoco per Gianni Chiodi, presidente della Regione ma anche commissario del governo per la ricostruzione. Di un governo amico, il che, come dice Chiodi, è un vantaggio «perché avremo tutto». Già, ma la prima mossa nel giorno dell’insediamento è la richiesta della proroga dell’esenzione dei pedaggi autostradali.

IL NODO PEDAGGI.
Pendolari infuriati, sfollati che annunciano la «disobbedienza civile»: non pagheranno ugualmente il passaggio in autostrada e manderanno i verbali alla Regione. La convenzione tra Strada dei Parchi e Protezione Civile per l’esenzione è scaduta il 31 gennaio. Nessuno, prima, si è premurato di rinnovarla. È la prima grana di Chiodi che nella mattina dell’insediamento prende carta e penna e scrive la richiesta di proroga della convenzione per continuare a garantire l’esenzione a quanti sono costretti a stare lontani da casa e a viaggiare per motivi di studio e lavoro. Intanto cresce la protesta degli sfollati fuori città. Per Giovanni D’Amico (Pd, vicepresidente del consiglio regionale), «meraviglia il fatto che il commissario non abbia valutato la ricaduta che l’ordinanza di ripristino dei pedaggi avrebbe avuto su quei cittadini che per raggiungere il posto di lavoro, accompagnare i figli, seguire le pratiche della ricostruzione o anche solo mantenere vivo il legame con la propria città, percorrono ogni giorno tratti autostradali che collegano la loro provvisoria residenza con L’Aquila. Serve un’ordinanza urgente. E anche per gli utenti Arpa si stanno verificando disagi: senza più l’uso dei bus a due piani si è costretti a viaggiare stipati come sardine».

I CENTO CERVELLI. «La ricostruzione fa ancora capo al governo nazionale: io e il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, è bene precisare, siamo commissario e vicecommissario governativi per la ricostruzione». Ci tiene a precisare che l’investitura è del governo e «non è vero che la ricostruzione è passata nelle mani della Regione», argomenta Chiodi. Che aggiunge. «Il governo è ancora presente tramite le due figure governative del commissario e del vicecommissario e questo sta a significare che questa situazione assume una straordinarietà tale che investe l’intero Paese. Voglio, inoltre, chiarire che noi stiamo lavorando con una struttura che sarà commissariale». Un gruppo ancora in via di formazione, come ha precisato lo stesso Chiodi, che ha in mente, oltre alla struttura tecnica di missione che farà capo all’architetto Gaetano Fontana, un altro gruppo di lavoro un po’ più ampio, composto «di 98 persone che sono state già selezionate dalla Protezione civile in base a carattere esclusivamente meritocratico e che verranno da noi confermati. Oltre a questo, ci sarà la struttura tecnica di missione .

I componenti di questo gruppo ristretto di lavoro saranno tutti giovani motivati. Si tratta di 30 persone prese in parte dai vari ministeri e in parte da una selezione pubblica. Infine, ci sarà la struttura del Provveditorato alle Opere pubbliche, di fondamentale importanza in quanto soggetto attuatore. Accanto a queste strutture tecniche ci saranno, poi, le cosiddette cabine di regìa delle istituzioni e degli agenti sociali che avranno funzione essenzialmente di strategia e di condivisione dei programmi». Chiodi, partecipando alla conferenza stampa sugli aiuti Por-Fesr alle imprese economiche colpite dal terremoto, si è soffermato anche sul rilancio economico, priorità indicata da Berlusconi.

SOLDI ALLE IMPRESE.
Con la zona franca che sembra ancora una chimera, le risorse per rianimare l’economia aquilana arriveranno dall’Unione europea. Il vicepresidente della giunta regionale Alfredo Castiglione ha spiegato che «stiamo rimodulando i fondi Fesr anche per l’area del cratere con 35 milioni per la riattivazione di aziende che hanno subìto danni e 11 milioni per l’insediamento di nuove aziende». Annunciato l’arrivo, entro l’autunno, di fondi Fas per lo sviluppo economico. Il finanziamento di 35 milioni è destinato al recupero dei danni causati dal sisma: i titolari di partita Iva, piccole e medie imprese e professionisti, operanti nel cratere potranno chiedere il ristoro dei danni. La misura fa parte dell’asse VI del programma comunitario Por-Fesr 2007-2013, creato dopo il sisma con la rimodulazione della dotazione economica, che prevede altre iniziative, tra cui gli 11 milioni per la nascita di nuove imprese. Il bando di esordio per «Interventi di riattivazione dell’attività produttiva delle imprese» è stato già pubblicato e scade il 15 marzo. Si punta a «favorire il superamento dell’emergenza creata dal sisma, promuovere l’attrattività territoriale e la competitività dei territori colpiti, facilitando la ripresa di attività produttive, socioeconomiche e istituzionali e la rivitalizzazione del tessuto urbano». Per Chiodi «i 35 milioni del primo intervento sono spendibili in 60 giorni, quindi potranno dare sollievo in tempi brevi alle attività economiche del cratere». I settori interessati sono manifatturiero, artigianale, commerciale, turistico e dei servizi: sono escluse le imprese per la trasformazione di prodotti agricoli. Gli aiuti copriranno i danni subìti dalle imprese sino al 100% e a un massimo di 5 milioni; i costi di trasferimento dell’azienda fino a 100.000 euro o, in alternativa, il mancato reddito fino a 50.000 euro. Le imprese che potranno usufruire delle agevolazioni devono dimostrare che erano attive alla data del 6 aprile 2009 e impegnarsi a mantenere la loro unità produttiva nei Comuni del cratere. Il bando sarà gestito dal Servizio attività internazionali. «Per la ripresa economica», ha concluso Chiodi, «ci saranno altre misure ma sempre come compartecipazione. Non c’è bisogno di imprese assistite. Troppo spesso all’Aquila e in Italia è successo, con conseguenze non positive. La componente fondamentale è il rischio dell’impresa, non possiamo permetterci una ripresa finta». Tra le iniziative inserite nei programmi regionali c’è anche quella che prevede il 20 per cento di recupero delle scorte oltre a 24 mesi di canoni di locazione.