Le radici di genziana sequestrate

PESCASSEROLI

Sequestrati 50 chili di genziana raccolta illegalmente nel Parco

In tre scoperti dai guardiaparco e denunciati per danneggiamento di specie vegetali in area protetta, distruzione e deturpamento delle bellezze naturali

PESCASSEROLI. Cinquanta chili di radici di genziana appena estirpati raccolti in una zona protetta di alta montagna, sul versante laziale del parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. In tre sono stati scoperti dai guardiaparco del reparto di San Biagio Saracinisco e denunciati all'autorità giudiziaria per danneggiamento delle specie vegetali in area protetta e distruzione e deturpamento delle bellezze naturali.

L'episodio è accaduto domenica 26 settembre. Durante le attività di sorveglianza del territorio, i guardiaparco hanno individuato A.C. di Sora, F.C. di Isola Liri e C.T. di Colleferro mentre trasportavano cinque voluminosi sacchi neri in un'area di alta montagna del versante laziale del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, area ricompresa anche nella zona speciale di conservazione “Cime massiccio della Meta - IT 6050018” ovvero uno dei siti della Rete Natura 2000. I guardiaparco, procedendo al controllo, hanno riscontrato nei sacchi di polietilene la presenza di radici di genziana (gentiana lutea) appena estirpata. Dal controllo successivo è emerso che si trattava di 50 chili di genziana, "un quantitativo esagerato" secondo i guardiaparco e "certamente non destinato al solo uso familiare" visto che per il famoso liquore a base di questa radice ne bastano poche decine di grammi.

I danni provocati al territorio

La genziana maggiore è una specie vegetale inserita nell’allegato V della “Direttiva Habitat” e inserita nella categoria “Vulnerabile” (VU) delle Liste Rosse Regionali delle Piante d'Italia, considerata a rischio di estinzione locale proprio per la raccolta indiscriminata ad uso erboristico, con particolare utilizzo nel settore  liquoristico. Nei confronti di A.C. di Sora, F.C. di Isola Liri e C.T. di Colleferro sono scattate anche le sanzioni amministrative, mentre il materiale è stato sequestrato e avviato alla confisca e distruzione come previsto dalla normativa in materia. Al momento, fa sapere l'ente parco, sono in corso ulteriori verifiche per valutare se ci sono stati danni ulteriori al territorio e agli habitat interessati.