L’AQUILA

Si è spento il poeta Frattale, l’ultima sua opera è un addio alla città

Aveva 76 anni. Ex infermiere, era molto apprezzato per le rime in dialetto. Domani alle 11 funerali a Coppito

L’AQUILA. “Ddio, Patre me, ju spiritu me lassa e questa vita la reconsegno nella mani te”. Suona come un epitaffio, uno dei versi di Tonino Frattale, scomparso a 76 anni dopo aver combattuto con una malattia. Ex infermiere, poeta dialettale molto apprezzato, è venuto a mancare ieri nell’hospice dell’ex Onpi e i funerali verranno celebrati domani, alle 11, nella chiesa di San Pietro in Coppito. Lascia l’amata moglie Beatrice Ciavola, i figli Alessia e Valeriano, i nipoti adorati.

L’ultima sua opera, dalla quale i familiari hanno tratto la frase scelta per salutarlo, intitolata “Mitti che Cristu era natu all’Aquila – Ju Vangelu aquilanu”, è la trasposizione in dialetto aquilano del Vangelo. «Ci tenevi a pubblicarlo prima possibile», ricorda l’editrice Alessandra Prospero, «un’impresa eroica, Ju vangelu aquilanu, e io avevo ben capito la sua premura, tant’è che abbiamo corso per farlo uscire a Natale dell’anno scorso». 

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