Stop al pasto preparato a casa E tra i genitori sale la protesta
La dirigente Di Mascio aspetta le verifiche necessarie per il rispetto del distanziamento a mensa Famiglie sulle barricate: «Stando così le cose all’ora di pranzo faremo uscire i nostri figli da scuola»
SULMONA. Le verifiche per il rispetto del distanziamento non sono state ancora effettuate nell’aula mensa della scuola. Per questo scatta la protesta delle famiglie. Accade all’istituto comprensivo Radice-Ovidio e Serafini-Di Stefano di Sulmona, dove il servizio di refezione scolastica, che ufficialmente parte domani debutta tra le polemiche. Il problema riguarda il regolamento interno adottato dall’istituto, diretto dalla preside, Alessandra Di Mascio. Gli alunni che portano il pranzo da casa e quelli che aderiscono al servizio mensa devono consumare il pasto nello stesso locale, che deve possedere tutti i requisiti per evitare la contaminazione del cibo e rispettare le misure di sicurezza. L’aula mensa della scuola media Serafini non ha ancora superato l’esame. La scuola infatti, dallo scorso settembre, è stata accorpata con la media Ovidio. Per questo le verifiche saranno effettuate nei primi giorni della prossima settimana. Ciò vuol dire che, in attesa dei risultati, gli alunni non potranno portare il pasto da casa. Una decisione che ha fatto scattare la proteste delle famiglie, pronte a dare battaglia. «Domani ci recheremo a scuola per riprendere i nostri figli, così possono mangiare a casa. Andremo avanti fin quando non sarà risolta la situazione», annuncia un gruppo di genitori. «La preside ha chiesto un paio di giorni, così da poter fare le verifiche sugli spazi per la sicurezza alimentare. La protesta si concretizza nel non far rientrare gli alunni a mensa. Coloro che fanno il tempo pieno non rientreranno», spiega Giuseppe D’Angelo, presidente del consiglio d’istituto, secondo il quale la situazione potrebbe a breve rientrare. Nel frattempo il Comune sta procedendo a riattivare la piattaforma per la prenotazione dei pasti e il caricamento dei dati. Il servizio mensa parte in città con più di due settimane di ritardo a causa delle lungaggini burocratiche. Gli uffici comunali di Palazzo San Francesco, nei giorni scorsi, hanno affidato la gestione delle mense, fino al 20 dicembre prossimo, alla ditta Ep-Coselp, che era rimasta dietro ai fornelli fino allo scorso mese di maggio. Si tratta di un affidamento temporaneo, in attesa delle procedure per indire una nuova gara. L’appalto da tre milioni era stato aggiudicato alla ditta Rica di Somma Vesuviana, estromessa la scorsa settimana per le difficoltà legate al reperimento di un centro di cottura. L’impresa lo aveva inizialmente indicato in un ristorante di Bugnara per poi proporre la cucina della clinica San Raffaele, dove già svolge il servizio di ristorazione. La cucina della struttura sanitaria, secondo la Regione chiamata in causa dall’Asl, non è idonea per la mensa scolastica. Da qui l’esclusione, che potrebbe aprire le porte anche a ricorsi.
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