Strage in via XX Settembre, parla la difesa
L’avvocato Marazzita: una perizia ci scagiona. Laurini: temo la caccia alle streghe
L’AQUILA. Le accuse sono gravi ma secondo gli indagati per il crollo del condominio in via XX Settembre 79 tutto finirà in una bolla di sapone. Anche se temono la «caccia alle streghe». L’avvocato Nino Marazzita, che assiste Armido Frezza e Francesco Laurini, non ha dubbi.
«Una consulenza del pubblico ministero» dice l’avvocato Nino Marazzita, «ha ritenuto che le cause del disastro in astratto devono essere ricercate tra i soggetti ormai deceduti che hanno realizzato l’immobile collassato». E indica tra le cause «il cedimento delle fondazioni, errori di progetto errori costruttivi, materiali scadenti e interventi errati di manutenzione».
Secondo i sospetti dell’accusa il condominio al civico 79 sarebbe crollato (nove vittime) per la realizzazione di un garage seminterrato di un nuovo edificio eretto nelle immediate vicinanze. «Al riguardo», dice l’avvocato, «rispetto al vicino parcheggio i consulenti hanno ritenuto che «l’edificio crollato non appare danneggiato dallo scavo e che quindi l’effetto di tale opera sia stato del tutto marginale. La decisione del pm di chiedere l’incidente probatorio per svolgere una perizia è altamente condivisibile perchè consentirà di stabilire in modo definitivo la completa estraneità della società Belvedere già affermata dagli stessi esperti dell’accusa».
«Siamo tranquilli e con la coscienza a posto», dice uno dei 7 indagati, Francesco Laurini «abbiamo rispettato le regole sotto tutti i punti di vista. A nostro avviso l’avviso di garanzia è una forma tecnica, non legata alle risultanze delle indagini ma per effettuare l’incidente probatorio. Temo, però, che ci possa essere una caccia alle streghe». Laurini, parla anche a nome del suo socio Armido Frezza, entrambi comproprietari e costruttori del fabbricato tra via XX settembre e via Persichetti, confinante con quello crollato. Laurini fonda il suo ottimismo sulla carte, a partire dalla perizia dei consulenti dalla procura.
In relazione alla realizzazioni legate al nuovo fabbricato si individua nella consulenza come «del tutto marginale la presenza del garage seminterrato». Secondo Laurini, la procura ha fatto studi approfonditi realizzati sulla base dell’accelerometro posto a distanza di circa 700 metri dal punto di interesse e di un ulteriore misuratore posto nelle vicinanze dell edificio di via XX Settembre; analisi dalle quali «risulta la marginalita dell’influenza della realizzazione del garage seminterrato».
INGEGNERIA. Fissata per il 4 giugno l’udienza preliminare nei confronti delle sette persone sotto accusa nell’ambito del filone d’inchiesta sul crollo della facoltà di Ingegneria di Roio, nel quale non si sono registrate vittime ma che secondo i pm poteva causare la morte di migliaia di studenti se il terremoto ci fosse stato durante le ore di lezione. Di qui il reato di cooperazione in disastro colposo contestato agli imputati. A comparire dinanzi al gup, tra gli altri,saranno i progettisti Gian Ludovico Rolli 77 anni di Roma, Giulio Fioravanti (65) di Roma e Massimo Calda (61) di Bologna. Sono imputati per avere redatto il progetto architettonico e variante dell’area di ingresso del corpo A, in modo incompleto e carente, tra il 1988 epoca di conferimento dell’incarico e il 1994 periodo della realizzazione.
Nell’udienza preliminare dovranno comparire anche l’ingegnere Carmine Benedetto 45 anni, aquilano, Ernesto Papale 57 anni, di Roma, direttore dei lavori, Sergio Basile (76) collaudatore e l’ingegnere Giovanni Cecere (80), anche egli collaudatore.

«Una consulenza del pubblico ministero» dice l’avvocato Nino Marazzita, «ha ritenuto che le cause del disastro in astratto devono essere ricercate tra i soggetti ormai deceduti che hanno realizzato l’immobile collassato». E indica tra le cause «il cedimento delle fondazioni, errori di progetto errori costruttivi, materiali scadenti e interventi errati di manutenzione».
Secondo i sospetti dell’accusa il condominio al civico 79 sarebbe crollato (nove vittime) per la realizzazione di un garage seminterrato di un nuovo edificio eretto nelle immediate vicinanze. «Al riguardo», dice l’avvocato, «rispetto al vicino parcheggio i consulenti hanno ritenuto che «l’edificio crollato non appare danneggiato dallo scavo e che quindi l’effetto di tale opera sia stato del tutto marginale. La decisione del pm di chiedere l’incidente probatorio per svolgere una perizia è altamente condivisibile perchè consentirà di stabilire in modo definitivo la completa estraneità della società Belvedere già affermata dagli stessi esperti dell’accusa».
«Siamo tranquilli e con la coscienza a posto», dice uno dei 7 indagati, Francesco Laurini «abbiamo rispettato le regole sotto tutti i punti di vista. A nostro avviso l’avviso di garanzia è una forma tecnica, non legata alle risultanze delle indagini ma per effettuare l’incidente probatorio. Temo, però, che ci possa essere una caccia alle streghe». Laurini, parla anche a nome del suo socio Armido Frezza, entrambi comproprietari e costruttori del fabbricato tra via XX settembre e via Persichetti, confinante con quello crollato. Laurini fonda il suo ottimismo sulla carte, a partire dalla perizia dei consulenti dalla procura.
In relazione alla realizzazioni legate al nuovo fabbricato si individua nella consulenza come «del tutto marginale la presenza del garage seminterrato». Secondo Laurini, la procura ha fatto studi approfonditi realizzati sulla base dell’accelerometro posto a distanza di circa 700 metri dal punto di interesse e di un ulteriore misuratore posto nelle vicinanze dell edificio di via XX Settembre; analisi dalle quali «risulta la marginalita dell’influenza della realizzazione del garage seminterrato».
INGEGNERIA. Fissata per il 4 giugno l’udienza preliminare nei confronti delle sette persone sotto accusa nell’ambito del filone d’inchiesta sul crollo della facoltà di Ingegneria di Roio, nel quale non si sono registrate vittime ma che secondo i pm poteva causare la morte di migliaia di studenti se il terremoto ci fosse stato durante le ore di lezione. Di qui il reato di cooperazione in disastro colposo contestato agli imputati. A comparire dinanzi al gup, tra gli altri,saranno i progettisti Gian Ludovico Rolli 77 anni di Roma, Giulio Fioravanti (65) di Roma e Massimo Calda (61) di Bologna. Sono imputati per avere redatto il progetto architettonico e variante dell’area di ingresso del corpo A, in modo incompleto e carente, tra il 1988 epoca di conferimento dell’incarico e il 1994 periodo della realizzazione.
Nell’udienza preliminare dovranno comparire anche l’ingegnere Carmine Benedetto 45 anni, aquilano, Ernesto Papale 57 anni, di Roma, direttore dei lavori, Sergio Basile (76) collaudatore e l’ingegnere Giovanni Cecere (80), anche egli collaudatore.
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