Tari troppo cara Confcommercio: «Asm inefficiente»

Realizzato il primo report regionale sulle tasse locali In Abruzzo la più virtuosa è Teramo, maglia nera all’Aquila

L’AQUILA. Teramo è la provincia più virtuosa, seguita da Chieti e Pescara. L’Aquila maglia nera d’Abruzzo. È la classifica sulle aliquote delle tasse locali, in particolare la Tari (rifiuti) applicate dai Comuni alle 80mila imprese regionali del commercio, del turismo e dei servizi che emerge dal primo “Libro verde delle tasse locali” redatto dall’osservatorio Tari della Confcommercio abruzzese, con il contributo tecnico di Edoardo Jakubowski, e presentato ieri mattina dal direttore regionale Celso Cioni. Un report che passa al setaccio una delle tasse più odiate, che per molte imprese (ma anche privati) in alcuni Comuni è un salasso. Dai dati illustrati nel report – che ha censito 15 Comuni con popolazione sopra ai 20mila abitanti e 20 tipologie di attività su 30 categorie totali – emerge che Teramo è la provincia più virtuosa, con un costo totale del servizio di circa 11 milioni e un costo medio del servizio per metro quadro di 2,76. Poi c’è Chieti, con un costo del servizio di 11,6 milioni e un costo medio al metro quadro di 3,29. Pescara, invece, spicca per i costi più alti: quello totale del servizio è di 24,5 milioni e quello medio di 3,58. Le categorie che, in generale, dovranno pagare di più al Fisco per quanto riguarda i rifiuti, sono ristoranti, negozi di ortofrutta, frutterie e fiorai, pescherie: le attività, in sostanza, che producono più rifiuti.

L’AQUILA. Singolare la situazione del Comune dell’Aquila, per la quale non è stato possibile mettere in linea con il resto dei principali Comuni abruzzesi analizzati dall’osservatorio Tari i suoi dati, in quanto per molte voci il settore finanziario del Comune, contattato tre mesi fa, non ha risposto. Se tutti i dati fossero stati forniti, «probabilmente sarebbe emerso che L’Aquila ha la Tari più alta di quella di Pescara: quindi salatissima». Si sa, dunque, che il costo del servizio dei rifiuti nel capoluogo di regione è di 14,5 milioni, ma non si conoscono la ripartizione dei costi, né il costo medio a metro quadrato, e non si conosce il numero delle imprese tassate ripartite in base alle varie categorie commerciali. Emerge, invece, sulla base dei dati direttamente raccolti dal sito del Comune e da quello della municipalizzata che si occupa dei rifiuti, l’Asm (Aquilana società multiservizi), che «all’Aquila la situazione è preoccupante perché la società partecipata del Comune ha costi elevati che pesano sui cittadini», spiega il direttore di Confcommercio Cioni. «È frutto di sacche di inefficienze dell’Asm che devono essere affrontate al più presto. Nel 2015 il peso della Tari è stato, infatti, attutito grazie al fondo di solidarietà di 17 milioni erogato dal governo (di cui 5 dirottati ad alleggerire la tassa sui rifiuti, ndr). Fondo che, però, non sappiamo se verrà confermato anche per il 2016. E se così non sarà, se non potremo contarci, sarà un disastro per le imprese».

Cioni precisa anche che «non si tratta di un attacco all’Asm, ma di una fotografia del reale. Come Confcommercio faccio un appello all’amministrazione comunale a riorganizzare e rendere più efficiente l’Asm perché il sistema, così com’è, non è sostenibile. Ci sono sacche di spreco che non ci possiamo permettere come comunità».

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