CURE PALLIATIVE

Terapia del dolore, Asl premiata

Il riconoscimento assegnato in una cerimonia a Montepulciano

L’AQUILA. Dopo il sisma una tenda per ambulatorio, nei mesi successivi un container, poi la dignità di una struttura in legno e finalmente, due anni fa, la rinascita in un ambiente nuovo e dall’alto profilo alberghiero, con angoli simili a salotti.

È il filo rosso che rievoca, con pochi flashback, il travagliato tragitto che terapia del dolore e cure palliative hanno dovuto percorrere, riuscendo alla fine a riorganizzarsi al meglio con un modello di assistenza che, in Toscana, è stato premiato con un prestigioso riconoscimento. A Montepulciano (Siena), alla presenza del manager dell’Asl Giancarlo Silveri, si è tenuta la cerimonia di consegna del premio “Mario Luzi”, assegnato all’Azienda sanitaria per la proposta di un modello, relativo a dolore e cure palliative giudicato come estremamente efficace e innovativo, diventato specchio della ricostruzione sociale di un territorio ferito. A ricevere il riconoscimento, insieme al manager Silveri, è stato il professor Franco Marinangeli, coordinatore aziendale della Rete del dolore e cure palliative. La Rete è stata premiata non solo per la struttura ma anche per l’interazione tra i vari attori della sanità: università, distretti sanitari, medici di medicina generale, medici della continuità assistenziale, le associazioni di volontariato Vado e Humanitas. Il premio, che tra i fondatori annovera anche il Nobel Rita Levi Montalcini, viene attribuito ogni due anni da Cittadinanzattiva Toscana onlus-Tribunale diritti del malato, in collaborazione con l’assessorato regionale alla Sanità della Regione Toscana. La vera anima e forza del premio è il professor Domenico Gioffré, componente della Commissione per le cure palliative del ministero della Sanità. La peculiarità dell’innovativo assetto dei servizi Asl 1, che ha conquistato la giuria (con nomi importanti come Silvio Garattini del Mario Negri di Milano), sta nella possibilità di affidare il paziente, a seconda delle necessità, all’ospedale (per casi acuti), all’hospice oppure di assisterlo a casa, per patologie inguaribili terminali o caratterizzate da dolore cronico. Tutto ciò grazie a una squadra Asl di dieci specialisti (8 anestesisti rianimatori e 2 oncologi) e, soprattutto, a un lavoro di attivo coinvolgimento del medico di famiglia (che mette in moto la macchina dell’assistenza Asl) con meeting e corsi di formazione. Della rete aziendale fanno parte l’hospice dell’Aquila (all’ex Onpi), con 12 posti letto, e l’hospice di Pescina, con 10. Entrambi sono dotati di alta qualità alberghiera e arredi nuovissimi per ricreare una casa sanitaria dove il malato sofferente possa godere di affetto e vicinanza dei familiari, fuori dagli schemi degli ospedali. «Per perfezionare il modello che abbiamo messo a punto c’è ancora da fare», afferma Marinangeli, «ma questo premio è la testimonianza che siamo sulla giusta strada».

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