Terremoto, con la paura e le nuove crepe all'Aquila tornano anche le tendopoli

Allestiti 28 posti letto di fronte all’auditorium del Parco, vescovo in visita a Coppito. La Pro loco di Murata Gigotti prepara una megaspaghettata per gli sfollati

L’AQUILA. Scende la notte e torna la paura. Da esorcizzare, da combattere e superare tutti insieme, anche a costo di tornare a dormire in quelle tendopoli tanto odiate. Tornano infatti le tende, questa volta in centro storico, nel piazzale di fronte all’Auditorium del parco del Castello, prima risposta ai timori dei residenti del posto che coraggiosamente vivono in centro storico con case molto vicine alle aree in zona rossa, dove ieri per tutto il giorno si sono susseguite cadute di cornicioni, oltre al crollo definitivo del palazzo di via Cola dell’Amatrice, che otto anni fa “imprigionò” per ore 24 famiglie. Un piccolo campo davanti al castello, con 28 posti letto, una tenda termica e una pneumatica, entrambe riscaldate, oltre a un punto soccorso per qualsiasi necessità.

leggi anche: Terremoto: crolli, paura e centinaia di sfollati in Abruzzo Gente in strada e tanta paura nei centri montani e a L'Aquila. A Teramo una persona ferita mentre scappa da casa, il sindaco chude il cimitero. All'ospedale di Atri dichiarato inagibile il reparto di Rianimazione: ricoverati trasferiti a Giulianova e a Sant'Omero. Sgomberati i centri storici di Montorio e Isola del Gran Sasso, chiuso un ponte a Penne e un tratto di statale 80. Danni al viadotto di Popoli dell'A25. Messe all'aperto mentre lo sciame sismico prosegue senza soste. Controlli avviati su strade, viadotti, gallerie, dighe e rete ferroviaria

I cinque volontari della Croce Rossa si sono anche procurati latte, tonno in scatola e biscotti. Hanno preparato invece una mega spaghettata e un’enorme frittata per i 50 aquilani arrivati già pochi minuti dopo la scossa nell’area di accoglienza di Murata Gigotti, a Coppito, gestita dai volontari del gruppo di Protezione civile della Pro loco. L’area più attrezzata, che ha preparato anche ieri sera un pasto caldo per tutti. L’area di Coppito ieri è stata anche visitata dall’arcivescovo Giuseppe Petrocchi. Qui hanno dormito, nel tendone riscaldato e dotato di una cinquantina di brandine, anche diverse persone con disabilità seria, tra cui un bimbo. Le dieci aree di accoglienza allestite nelle zone nevralgiche della città servono anche a questo, a stringersi gli uni agli altri per essere più forti, ma non a far tornare la città indietro nel tempo, all’emergenza e alla precarietà del 2009.

È categorico il sindaco Massimo Cialente e con lui anche la responsabile dell’Ufficio di Protezione civile del Comune, Daniela Ronconi, attiva ieri all’interno del Centro operativo due minuti dopo la scossa: se in qualche area di accoglienza si fornisce un pasto è perché i volontari sono così, generosi e disponibili. Ma è un servizio in più, perché non si può normalizzare un’emergenza che non riguarda L’Aquila e, soprattutto, perché non si può pensare di passare l’inverno nelle tende o in un parcheggio.

Il Centro operativo del Comune è stato categorico: aree di accoglienza nei luoghi più frequentati e raggiungibili in caso di emergenza. Oltre a Coppito e al castello, le altre sono: Civita di Bagno, al Centro anziani gestito dalla Croce Bianca; Tempera, all’interno degli usi civici, gestita dalla Prociv-Arci di Tempera; Paganica (palestra scolastica, gestita dagli Alpini); Pagliare di Sassa (vicino alla Casetta che non c’è, gestita dalla Pivec); Camarda (di fronte al progetto Case, gestita dagli Alpini locali); Roio (Centro Caritas, gestita dalla Gran Sasso soccorso); piazza d’Armi, dove Nuova Acropoli ha allestito un piccolo gazebo che farà da punto di riferimento nell’area del mercato per cittadini che vi passeranno la notte (molti quelli che vi si sono ammassati la notte della scossa del 26 ottobre); Campo sportivo di piazza d’Armi, gestito dalle Misericordie.

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