Turisti in città, in arrivo la tassa E scatta la rivolta degli albergatori 

Il provvedimento adottato dalla giunta Di Piero dovrà passare in commissione e poi in consiglio Si pagherà fino a 2,50 euro a notte. Gli operatori: scelta assurda, ci riprendiamo ora dalla pandemia

SULMONA. L’hanno definita una tassa per rilanciare il turismo in città, ma secondo gli albergatori è solo la maniera più semplice per far quadrare i conti del bilancio che altrimenti sarebbe stato molto difficile chiudere. Fa molto discutere e ha creato già tante polemiche tra i cittadini e gli addetti ai lavori la decisione dell’amministrazione comunale di far pagare una tassa a chi decide di trascorrere un periodo di vacanza in città.
La delibera è stata approvata ieri e prevede una gabella variabile: si parte da un euro per alberghi a 1 e 2 stelle, case e appartamenti per vacanze, agriturismo, affittacamere, b&b e piazzola in area camper. I turisti che alloggeranno negli alberghi a tre stelle dovranno versare la somma di 1,50 a persona mentre si arriva a 2,50 per chi deciderà di trascorrere le vacanze in alberghi a 4 e 5 stelle.
Nella delibera gli amministratori comunali sottolineano come la città abbia necessità di promuovere servizi pubblici, azioni mirate a conservare e valorizzare il patrimonio artistico e ambientale cittadino, organizzazione di eventi di richiamo per i turisti. «In questi anni abbiamo conosciuto un flusso turistico assai ridotto», sottolinea l’assessore al Bilancio, Katia Di Marzio, «ma adesso andiamo verso una ripresa e questa iniziativa può portare risultati apprezzabili. È chiaro che siamo solo agli inizi dell’iter che dovrà seguire come sempre l’esame delle commissioni e poi del consiglio comunale per l’approvazione definitiva», precisa Di Marzio.
«Una volta approvata questa tassa e avuti i primi introiti decideremo ogni iniziativa in una riunione nel corso della quale ascolteremo gli operatori e gli esperti di turismo in un clima di concertazione», sottolinea l’assessore Attilio D’Andrea, ricordando come siano già in cammino iniziative che vanno in direzione di un incentivo allo sviluppo turistico, che resta tra i capisaldi dell’economia locale. Decisamente contrari gli albergatori che vedono nella scelta del Comune di ricorrere alla tassa di soggiorno, un deterrente all’arrivo dei turisti in città.
«Esprimo tutto il mio dissenso a nome dell’associazione albergatori che rappresento in relazione alla delibera con cui l’amministrazione comunale intende introdurre una tassa di soggiorno turistico sulle strutture ricettive cittadine», afferma Domenico Santacroce, proprietario delle maggiori strutture alberghiere di Sulmona. «La tassa, tra l'altro è anche tra le più alte ad esempio, rispetto alle strutture della costa dove la tariffa si aggira su circa 1 euro, in rari casi su 2 euro, mentre a Sulmona le strutture di medio-alto livello verranno tassate per 2,5 euro. Ritengo che in un momento come questo, in cui il settore turistico si sta appena riprendendo da una pandemia, alla quale si sono poi aggiunte la guerra e la crisi energetica, sia davvero deleterio imporre una tassa del genere con il pretesto di risanare il bilancio comunale. Fattore su cui né cittadini né imprenditori possono avere diretta responsabilità».
Secondo gli albergatori, a fronte di tutto questo, il Comune non fornirebbe servizi di rapportabile livello: «Il turista che arriva a Sulmona non trova una città pulita, un sistema di trasporto efficiente e servizi all’altezza del nostro stupendo centro storico e dei monumenti che lo impreziosiscono», conclude Santacroce. «Va ribadito il concetto che le imposte dovrebbero essere impiegate direttamente per il turismo, come forma di investimento e ritorno per le varie attività commerciali della città, non certo per un dato tecnico amministrativo interno per far quadrare il bilancio, che è una diretta responsabilità della politica».
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