consiglio d’amministrazione

Università, docenti contestano le nomine

L’AQUILA. «Scelte preconfezionate con nessuna possibilità di discussione». È stato questo il clima nelle nomine del nuovo consiglio d’amministrazione dell’Università dell’Aquila, secondo undici...

L’AQUILA. «Scelte preconfezionate con nessuna possibilità di discussione».

È stato questo il clima nelle nomine del nuovo consiglio d’amministrazione dell’Università dell’Aquila, secondo undici professori e ricercatori che hanno firmato una lettera aperta contestando le mosse della governance capeggiata dal rettore, Ferdinando di Orio.

Nel testo si parla di «spaccatura» e «visioni diverse e distanti» al momento di eleggere il nuovo Consiglio d’amministrazione, tanto che le votazioni sono avvenute tutte a maggioranza risicata e dopo una lunga serie di tentativi.

Secondo gli «insorti» si sono scontrate due diverse visioni: quella del rettore di un Cda «tecnico», con «un profilo amministrativo-contabile», e quella opposta, che pensa per il Consiglio d’amministrazione un ruolo «d’indirizzo strategico, quindi programmatico e non meramente tecnico-contabile». «Questa contestazione è un importante punto di partenza per aprire un dibattito che dovrà coinvolgere tutto l’ateneo», spiegano i docenti, «che non può rimanere al chiuso delle riunioni degli organi».

«Noi ci impegniamo in questo mandato a lavorare apertamente e lealmente, ricercando il più ampio consenso all’interno e all’esterno del Senato accademico», dicono gli undici docenti, che fanno notare, nella lettera, come «anche per quanto riguarda il personale tecnico e amministrativo non c’è stata alcuna possibilità di discutere le proposte del rettore» . «A fronte di una dichiarata equivalenza dei profili», continuano i docenti, «non si è lasciato alcuno spazio per valutare elementi diversi da quelli proposti, che potevano apportare competenze ed esperienze utili. La motivazione del rettore è stata che i nomi proposti erano stati scelti dai rappresentanti del personale e, quindi, non discutibili». A firmare la lettera aperta, sono stati i professori Antonio Arcadi, Edoardo Alesse, Giuseppe Celenza, Alessandro D’Innocenzo, Norberto Gavioli, Roberto Giacomelli, Simone Gozzano, Paola Inverardi, Michele Maccherini, Antonio Mecozzi e Alfio Signorelli.

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