«Villa Letizia riassuma 56 addetti»

La clinica condannata anche in appello: deve riassorbire gli ex operatori Sanatrix come da accordi

L’AQUILA. Si è discussa ieri in Corte d’Appello un’altra controversa vicenda sotto il profilo occupazionale. Si tratta del mancato rispetto, secondo i ricorrenti, dell’intesa tra la clinica Villa Letizia e decine di ex dipendenti della clinica Sanatrix. I giudici, nella giornata di ieri, hanno depositato la sentenza che dà ragione ai lavoratori.

Nel novembre 2011 ci fu un accordo tra la Cgil, la proprietà della clinica Villa Letizia e il commissario ad acta che curava il fallimento di Villa Pini di Angelini, di cui la Sanatrix ha fatto parte. L’accordo, secondo i ricorrenti, prevedeva il riassorbimento dei posti letto Sanatrix da parte di Villa Letizia e l’assunzione dei 56 lavoratori della Sanatrix. Ma secondo la Cgil sono stati pochissimi quelli riassorbiti, comunque un numero molto basso in relazione a quanto previsti nell’accordo. E, soprattutto, sarebbero state assunte altre persone disattendendo l’intesa. I 56 lavoratori ex Sanatrix sono in cassa integrazione da anni a meno di 500 euro al mese. Di contro, sempre secondo fonti sindacali, Villa Letizia riceve delle somme per i posti letto ottenuti in parte grazie all’intesa che sarebbe stata quasi totalmente disattesa.

Nell’udienza di ieri i ricorrenti, tramite l’avvocato Francesca Ramicone, hanno invocato il rispetto dell’accordo per tutti e 56 gli operatori inizialmente ricorrenti anche se alcuni di essi hanno trovato altre sistemazioni e per loro ci potrebbe essere una carenza di interesse ma non per la maggioranza.

Questa decisione non fa altro che ribadire quanto era stato già deciso in primo grado. La sentenza del collegio (presidente Rita Sannite), immediatamente esecutiva, nella sostanza, ordina alla clinica di rispettare l’accordo e di assumere le maestranze ricorrenti.

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