Abruzzo, crolla il turismo estivo

Registrata la metà delle presenze del 2008, si salva solo il Parco

PESCARA. Turismo in crisi profonda in Abruzzo. Dall’inizio della stagione estiva gli albergatori stimano il 50% di presenze in meno rispetto al 2008. La regione verde d’Europa paga dunque le conseguenze negative del terremoto e nemmeno l’incremento registrato a ferragosto ha cambiato le previsioni di Federturismo Abruzzo: 30% di presenze in meno lungo la costa, 80-90% in meno nell’entroterra, crollo totale nelle zone del “cratere” aquilano.

È dunque una stagione turistica a tre velocità quella che si sta concludendo in Abruzzo. Dopo il crollo delle presenze causato dal terremoto, che aveva fatto temere il peggio agli albergatori alle prese con gli sfollati, le prenotazioni lungo la costa sono state soddisfacenti solo a partire dalla seconda settimana di agosto.

Ma per le zone interne e del cratere «è ancora una catastrofe», commenta il presidente di Federturismo Abruzzo, Dario Colecchi.
«Le prenotazioni fino a questo momento hanno rispettato la nostra previsione fatta a giugno, con il 30% in meno di presenze al mare rispetto all’anno scorso, l’80-90% in quelle interne, ma il 100% nei comuni del cratere».

I dati non sono ancora definitivi e gli operatori sperano che alla fine risultino meno negativi. «C’è un leggero segnale di ripresa», spiega il presidente di Federalberghi Abruzzo, Emilio Schirato, «che alla fine dell’anno potrebbe tradursi nel recupero di qualche punto percentuale, per cui dovremmo attestarci su un calo complessivo del 27% di presenze».

La situazione resta comunque negativa: «In media in tutta la regione abbiamo perso la metà delle prenotazioni rispetto al 2008», puntualizza Schirato, «che si traduce in una perdita di oltre un miliardo di euro per tutto il settore e l’indotto».

Per il responsabile di Federalberghi della provincia dell’Aquila, Paolo Ernesto Alba, la situazione è fosca nei comuni del cratere: «Nell’Altopiano delle cinque miglia, nella Valle Peligna e in tutto l’Aquilano non c’è stato alcun recupero, anzi c’è una quasi totale immobilità dal punto di vista delle presenze turistiche». Unica eccezione, «il Parco nazionale d’Abruzzo e Pescasseroli», aggiunge con soddisfazione, «dove abbiamo avuto il tutto esaurito negli alberghi e il pienone nei ristoranti il giorno di ferragosto. Il ritorno dei turisti ha riportato fiducia negli operatori almeno in questa parte della provincia ferita dal terremoto. Ma non basta: «Sarà difficile recuperare il danno che c’è stato da Pasqua fino al 10 agosto», spiega Alba. «In questi quattro mesi abbiamo perso in provincia dell’Aquila almeno 2 mila posti di lavoro».

Saranno le iniziative prese dal governo e dall’assessorato al turismo della regione Abruzzo a dare una spinta al settore, anche se a medio termine? Ne è convinto Colecchi: «Per la prima volta l’assessorato sta cercando di organizzare in modo organico il comparto del turismo in tutta la regione. Basta con interventi scollegati gli uni dagli altri, da ora in poi si comincerà dalla razionalizzazione delle infrastrutture, dei servizi, dei mezzi di trasporto, degli stabilimenti. Poi si finanzieranno le promozioni». Finalmente, per Colecchi, arriva anche per l’Abruzzo il tempo «del turismo industriale, studiato a tavolino».

A conclusione il presidente degli albergatori azzarda una previsione positiva: «Se il tempo continua a essere buono anche in questa fine estate e i turisti continuano ad arrivare, a settembre potremmo avere una crescita delle prenotazioni».