Abusivi nelle case, è una raffica di sfratti 

Dopo Rancitelli, blitz all’alba delle forze dell’ordine anche in via Rigopiano. Allontanate quattro famiglie con due minori

PESCARA. Non c’è più scampo per gli abusivi delle case popolari. Dopo gli sgomberi al “ferro di cavallo” di via Tavo e al “Treno” di via Lago di Capestrano nei giorni e nelle settimane scorse, ieri mattina è toccato a quattro famiglie del borgo di via Rigopiano (zona ospedale) lasciare le abitazioni occupate, da anni, senza titolo ai civici 88/2, 3 e 9. Tra essi anche due minori e un cane che ha aggredito un ufficiale giudiziario.
Tre sfratti e un decreto di sequestro preventivo di un alloggio eseguito, il bilancio della massiccia operazione, ordinata dal prefetto Gerardina Basilicata e dal questore Francesco Misiti e coordinata dal commissario Guido Camerano (anticrimine), che all’alba di ieri ha portato in via Rigopiano un esercito di uomini delle forze dell’ordine, polizia, vigili urbani, vigili del fuoco, due ufficiali giudiziari, amministratori e tecnici comunali, dell’Ater, Enel-Gas, assistenti sociali, sanitari del 118 e del servizio veterinaria a supporto dell’intervento scattato alle prime luci del giorno.
Un altro intervento di sfratto spettacolare, con le gru issate ai piani alti degli edifici fatiscenti, risalenti al 1958, per caricare le masserizie portate via dagli alloggi occupati abusivamente e inscatolarle nei camion. Dabbasso, nella piazzetta dell’illegalità dove si consumano spaccio e risse, il brulicare degli operai delle ditte incaricate agli sgomberi, impegnati a trascinare mobili e suppellettili per inzepparli negli automezzi. Prosegue la guerra agli abusivi dichiarata dal sindaco Carlo Masci, che insieme all’assessore all’Edilizia residenziale Isabella Del Trecco, sta portando avanti il piano senza tregua con il sostegno del gruppo Giona (nucleo di intervento antidegrado dei vigili urbani) fondato da Danilo Palestini, attuale comandante della polizia municipale. L’operazione sta tenendo in scacco gli abusivi con buona pace dei residenti che attendevano il pugno di ferro delle istituzioni e degli inquilini intrappolati nelle graduatorie della case popolari, da anni. La particolarità di questi sfratti è la rapidità con cui vengono eseguiti gli sgomberi e la immediata riassegnazione degli alloggi.
Spiega il direttore generale dell’Ater, Giuseppina Di Tella: «Nella stessa giornata vengono svuotati gli appartamenti dalle masserizie e riassegnati a chi è in graduatoria, operazioni eseguite in perfetta sinergia con il Comune». Da spendere ci sono i 400mila euro di fondi regionali e ogni sfratto costa 15mila euro.