Albore Mascia: non pago quei 15mila euro

L’ex sindaco condannato dalla Corte dei conti per un incarico affidato nel 2010 impugna la sentenza

PESCARA. L’ex sindaco Luigi Albore Mascia, ora consigliere comunale di Forza Italia, ha annunciato che presenterà ricorso contro la sentenza del 28 gennaio scorso, con cui la Corte dei conti lo ha condannato al pagamento, a titolo di risarcimento, di 15mila euro in favore del Comune, della Provincia, della Camera di commercio e del Coni. Il ricorso dovrà essere presentato entro la scadenza dei termini, fissata per il 9 maggio prossimo.

Nel frattempo, la giunta ha dato incarico nei giorni scorsi all’Avvocatura dell’ente di effettuare gli adempimenti necessari per l’esecuzione della sentenza.

L’ex sindaco è stato condannato in qualità di presidente del comitato promotore e organizzatore di «Pescara città dello sport».

L’indagine della Corte dei conti era iniziata, a seguito di una lettera, inviata da alcuni consiglieri dell’allora opposizione, con cui si segnalavano presunte irregolarità in fatture emesse nel 2010 relative a spese sostenute dal comitato promotore in occasione della candidatura di Pescara a Città europea dello sport nel 2012. In particolare, si faceva riferimento alla proposta del presidente del comitato di individuare una professionalità da inquadrare con contratto di collaborazione a progetto. Era stato indicato da Mascia il nome della dottoressa Barbara Briolini, in ragione dell’esperienza da lei acquisita con la collaborazione svolta in passato con il comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo.

L’incarico era stato quindi assegnato alla Briolini. Ma i magistrati contabili hanno individuato delle incongruità. Infatti, il contratto era stato stipulato per ragioni di urgenza nel maggio del 2010, ma approvato formalmente il 6 agosto. «Dagli atti», ha scritto la Corte dei conti, «inoltre, non è emersa alcuna attività ricognitiva di possibili apporti del personale interno agli enti che partecipavano al comitato, ossia Provincia, Comune, Camera di commercio e Coni. I magistrati hanno poi messo in evidenza che l’attività oggetto dell’incarico esterno non era diversa da quelle svolte dai dipendenti comunali e provinciali. Secondo i magistrati, Albore Mascia è stato «l’unico responsabile del danno, poiché gli altri partecipanti al comitato non avevano posto in essere condotte rilevanti, essendosi limitati alla mera individuazione del collaboratore, scelto peraltro dal solo presidente». «Inoltre», hanno proseguito i magistrati, «Mascia aveva sottoscritto personalmente il contratto con la consulente, non indicando in alcun modo il preventivo assenso dell’assemblea. Infine, la discordanza tra la data di redazione e di sottoscrizione del contratto dimostra che il sindaco e presidente del comitato aveva agito come dominus dell’iniziativa». La Corte dei conti, in proposito, ha respinto la tesi dell’ex sindaco, secondo la quale il comitato avesse natura privatistica.(a.ben.)

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