Alfano agli angeli dei poveri «Ecco l’Italia che mi piace»

Visita alla Cittadella dell’accoglienza e al Banco alimentare, elogi ai volontari

PESCARA. «Arriva il ministro, arriva il ministro tenetevi pronti». Sono passate da poco le 9,30, quando una sfilza di auto blu d’ordinanza supera il cancello della Cittadella dell’accoglienza di via Alento e imbocca la stradina che porta alle cucine e agli alloggi della struttura della Diocesi di Pescara-Penne diventata la casa di 80 senzatetto, in gran parte extracomunitari. È cominciata così, ieri mattina, la lunga visita a Pescara del ministro Angelino Alfano, accompagnato dalla fedelissima Federica Chiavaroli, senatrice e sottosegretario alla Giustizia. Il responsabile del dicastero dell’Interno ha raggiunto il capoluogo adriatico per partecipare ad un incontro pubblico nella sala consiliare del Comune, dal titolo «Io voto sì», sul referendum confermativo per la riforma costituzionale che si terrà il 4 dicembre.

Ma prima di questo appuntamento politico, il ministro ha visitato alcune delle strutture del mondo del volontariato e della solidarietà locale che operano per aiutare persone senza fissa dimora, migranti, emarginati, cittadini in gravi difficoltà economiche. Tra queste, la Cittadella dell’accoglienza e il Banco alimentare. Poi, dopo l’incontro pubblico Alfano è stato l’ospite d’onore della cerimonia di commemorazione davanti al tribunale per ricordare i caduti di Nassiriya.

Prima tappa in via Alento. La visita del ministro è cominciata in via Alento blindata all’inverosimile per motivi di sicurezza con pattuglie di polizia, carabinieri e Digos. Ad attendere Alfano e la Chiavaroli alla Cittadella dell’accoglienza c’erano l’arcivescovo di Pescara-Penne Tommaso Valentinetti, il direttore della Caritas don Marco Pagniello, il prefetto Francesco Provolo, il questore Paolo Passamonti.

Il ministro ha dapprima visitato le cucine, dove alcuni volontari stavano già preparando il pranzo. Valentinetti ha offerto ad Alfano una tazza di caffè preparata con una grossa Moka. Poi, il giro è proseguito nelle sale, nelle stanze e, infine, nella cappella che è anche porta santa, chiusa ieri al termine del Giubileo. E proprio nella cappella il ministro ha ringraziato a nome del governo i volontari dopo aver ascoltato alcune testimonianze di giovani migranti che sono riusciti ad inserirsi grazie al lavoro svolto dalla Diocesi e dalla Caritas.

«Questo è un pezzo dell’Italia dove mi piace specchiarmi», ha detto Alfano, «questa è l’Italia che mi piace di più. C’è bisogno di veri testimoni e questa testimonianza di oggi vale molto».

Mi auguro che queste testimonianze possano diventare virali», ha proseguito, «come esiste una viralità di momenti negativi, esiste fortunatamente anche una viralità positiva che è quella che stiamo vedendo in questa struttura della Caritas». Il ministro ha poi affrontato marginalmente il tema scottante dell’immigrazione. «Completato il compito di salvare vite umane, c’è da gestire l’accoglienza», ha affermato, «questa visita a Pescara dimostra che ognuno può prestare il suo aiuto come può, con braccia, mani e gambe. Il cuore dell’uomo ha un infinito desiderio di buono e questa è stata la carta vincente del Cristianesimo nei secoli. Bisogna saper coltivare e alimentare il bene, mi auguro che questo bene possa diventare contagioso». La tappa alla Cittadella si è conclusa con una benedizione dell’arcivescovo.

Visita al Banco alimentare. Il viaggio in città del ministro, accompagnato sempre dalla Chiavaroli, che gli ha fatto da Cicerone essendo nata e residente a Pescara, è proseguito in via Colle Renazzo, dove c’è l’enorme magazzino del Banco alimentare di Abruzzo e Molise, guidato dal presidente Luigi Nigliato. Anche qui il ministro ha potuto conoscere la generosità di una decina di volontari che con il loro lavoro garantiscono il sostentamento a persone indigenti. All’interno del capannone sono conservate derrate di ogni tipo donate da semplici cittadini con le raccolte effettuate all’uscita dei supermercati e da alcune aziende alimentari. Alfano, anche in questa occasione, ha espresso parole di elogio nei confronti dei volontari. «Il vostro lavoro è indispensabile», ha osservato, «in una società in cui aumenta il divario tra i più ricchi e i più poveri e si assottiglia il ceto medio».

Folla in Comune. Lasciato il Banco alimentare, Alfano e la Chiavaroli si sono diretti in Comune, con le rispettive auto blu, dove ad attenderli c’era una folla di persone per assistere all’incontro pubblico per il sì al referendum. Una sala consiliare così piena, forse, non si vedeva da anni. Ma prima di parlare, il ministro ha risposto ad alcune domande dei giornalisti, accalcati nell’atrio, sulla prevenzione al terrorismo («che funziona»), sull’eventuale vincita del no al referendum («Il governo non si dimetterà»). L’incontro è cominciato con gli interventi del sindaco Marco Alessandrini e del presidente della Regione Luciano D’Alfonso. Poi, la Chiavaroli e, infine, Alfano.

Cerimonia per Nassiriya. Ultima tappa della visita istituzionale e politica del ministro si è svolta davanti al l monumento in ricordo dei militari caduti a Nassiriya. Caduti definiti da Alfano «eroi e martiri della libertà».

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