Avis, donazioni di sangue raddoppiate in 10 anni

L’associazione guidata da Chiavaroli conta 250 soci: Primo maggio in piazza per controlli e prelievi. E Bosica diventa nuovo presidente provinciale

MONTESILVANO. L’anno prossimo saranno 40 anni di impegno per promuovere la donazione di sangue. E, per dimostrare che il lavoro non li spaventa affatto, i volontari della sezione di Montesilvano dell'Avis saranno in strada anche il prossimo Primo maggio, in piazza Marconi dalle 8,30 alle 12,30 per raccogliere sangue sull’autoemoteca insieme a due medici.

L’Avis è nata a Montesilvano il 21 dicembre del 1974 nella sala parrocchiale della chiesa di Sant'Antonio e il primo presidente è stato Paolo D’Isidoro. Da quel giorno, l’associazione è cresciuta, ha superato le difficoltà di una chiusura temporanea e, nel 2004, è tornata alla sua missione: il volontariato. Da allora, il presidente è Roberto Chiavaroli, preside della scuola di Villa Verrocchio: «Nel 2004 c’erano appena 85 donatori che facevano 127 donazioni di sangue. L’anno scorso sono cresciuti a 160 con 306 donazioni». Sono i numeri a dire che in meno di 10 anni, l’Avis di Montesilvano ha raddoppiato il suo impegno per gli altri. «Ma non è stato facile», avverte Chiavaroli, «soprattutto per abbattere le barriere culturali che si frappongono alla donazione e ancora di più per la pigrizia di tanti. Ma tutti dovremmo ricordare che il sangue non si fabbrica: si dona e basta. Quando siamo costretti in ospedale, diamo per scontato che ci sia a disposizione sangue in quantità ma se nessuno è pronto a donarlo perdendo appena un quarto d’ora del proprio tempo come si fa?», dice Chiavaroli ricordando che l’Abruzzo è ancora sotto il livello dell'autosufficienza e deve importare sangue dalle altre regioni virtuose. «Donare sangue è un piccolo grande gesto d'amore. È un gesto semplice ma di grande solidarietà e civiltà e può davvero salvare una vita. E poi», assicura il presidente, «donare regolarmente sangue garantisce anche al donatore un controllo costante del proprio state di salute in quanto, a ogni prelievo e gratuitamente, sono eseguiti accurati esami di laboratorio».

Oggi, l’Avis di Montesilvano conta quasi 250 soci e ha sede in via Marinelli (per informazioni il numero da contattare è il 333.1391833), in un locale messo a disposizione dal Comune nel 2006: insieme al presidente Chiavaroli, in prima linea, ci sono il vice Franco Fiorenzo, il segretario Antonino Prosperi, il tesoriere Fabrizio Conte e i consiglieri Aldo Pinciotti, Leontino Passeri, Giuseppe Di Dedda, Manuela Chiavaroli, Giuseppe Nigro, Camillo Bosica e Oseo Onesti. Bina Di Felice, Paolo Corina ed Eliseo D’Agostino sono i componenti del collegio dei revisori dei conti. «I nostri bilanci», assicura Chiavaroli, «sono trasparenti fino all’ultimo euro. Siamo volontari al 101 per cento». Il 20 aprile scorso, l’Avis montesilvanese ha festeggiato l’elezione di Bosica a presidente provinciale dell’Avis per il quadriennio 2013/2016.

Lo statuto dell’Avis ripercorre l’identikit dei volontari: «L’Avis di Montesilvano è un’associazione di volontariato apartitica, aconfessionale, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica. L’Avis ha lo scopo di promuovere la donazione di sangue periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole, intesa come valore umanitario universale ed espressione di solidarietà e di civilismo che configura il donatore quale promotore di un primario servizio socio-sanitario e operatore della salute». Chiavaroli spiega: «Donare sangue è bello, magari servirà al nostro vicino di autobus che ci ha appena preso il posto con prepotenza oppure a quell’automobilista che ci ha tagliato la strada all'incrocio. Questo non si saprà mai ed ecco perché l’importante è donare». Chi può farlo? «L’importante», risponde il presidente, «è avere un’età compresa tra 18 e 65 anni, pesare più di 50 chili, essere in buona salute e non soffrire di patologie croniche. Il requisito essenziale, però, è la voglia di farlo».

La solidarietà è il cuore pulsante dell’Avis: «Ma ormai siamo un bel gruppo affiatato e stiamo bene insieme», dice Chiavaroli, «e i prossimi 10 e 11 agosto andremo in gita sociale a Verona per la rappresentazione dell’Aida all’Arena e poi a Venezia e all’isola di Burano».

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