il dossier

Bussi, l'allarme dell'Arta: "L'inquinamento continua"

Secondo la relazione resa pubblica dal Forum H2o sarebbero presenti delle sostanze inquinanti oltre i limiti. Una di queste, ritenuta cancerogena, sarebbe ancora nella falda

PESCARA. La megadiscarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare. È quanto emergerebbe nella relazione di Arta Abruzzo dello scorso febbraio inviata al ministero dell'Ambiente, alla direzione rifiuti e a quella servizi pubblici della Regione, a Ispra e a Solvay, attuale proprietaria dell'area industriale. La relazione, resa pubblica dal Forum H2o, riporta dati di campionatura delle acque di falda superficiale e profonda con prelievi tra l'ottobre e il dicembre 2015, e ha preso in esame le tre aree fondamentali del sito: le due discariche 2A e 2B situate a monte dell'impianto industriale, l'area della fabbrica ancora in funzione e la discarica Tre Monti esterna al sito, quella a fianco del fiume Pescara.

leggi anche: Bussi, due processi sull'acqua al veleno, nessun colpevole I veleni di Bussi? La maxi discarica? Dopo il primo filone, un’altra assoluzione (unico imputato l'ex presidente Aca Bruno Catena) e altre quattro prescrizioni. E addio risarcimenti

«Le acque a valle della discarica 2B sono risultate essere le più contaminate tra i vari settori delle aree esterne a monte», si legge nella relazione. Nelle due discariche 2A/2B per il tetracloroetilene si tratta di dati 160 volte superiori ai limiti di legge, così come l'esacloroetano i limiti superati sono 114 volte. Per quanto riguarda lo stabilimento industriale, i campioni sono stati prelevati a valle della barriera idraulica posta per tentare di fermare l'inquinamento e nei pozzi spia, struttura che dovrebbe emungere l'acqua di falda, depurarla con carboni attivi e rimetterla in circolo pulita. In questo caso il cloruro di vinile, sostanza ritenuta un potente cancerogeno, arriva a 10 volte il consentito dalla legge: nella falda profonda si arriva a 40 volte oltre i limiti.

Nel piezometro P62, che è quello a valle dello stabilimento «sono stati riscontrati diversi superamenti per solventi clorurati con notevole incremento delle concentrazioni», spiega la relazione Arta. L'esacloroetano arriva ad essere concentrato 2372 volte più del consentito dalla legge. Di rilievo anche i dati relativi ai prelievi sulla Tre Monti, discarica che è stata 'protettà con una palancatura esterna che dovrebbe evitare percolamenti di sostanze tossiche verso la falda sotterranea profonda e che presenta il dicloroetilene 4520 volte oltre la soglia e l'esacloroetano 149 volte di più del limite consentito. La relazione Arta anche solo per le discariche A2/B2 raccomanda «le attività di messa in sicurezza e le misure di prevenzione nel minor tempo possibile».