l’appello del presidente  

Casa Agbe 2, aiuti per terminare i lavori  

PESCARA. Sono state 694 le presenze, genitori e bambini malati, negli alloggi dell’Agbe (Associazione genitori bambini emopatici) nell’arco di due mesi, da marzo a maggio 2020, in pieno lockdown. E...

PESCARA. Sono state 694 le presenze, genitori e bambini malati, negli alloggi dell’Agbe (Associazione genitori bambini emopatici) nell’arco di due mesi, da marzo a maggio 2020, in pieno lockdown. E oltre 43mila, negli ultimi 12 anni, gli ospiti di Casa Agbe 1, il palazzo rosso situato tra via Passo della Portella e via Rigopiano (zona ospedale), progetto nato grazie all’aiuto della Fondazione Trenta Ore per la Vita promosso da Lorella Cuccarini.
Tanto lavoro e tante energie sono state spese in 22 anni di attività dai 70 volontari dell’Agbe, presieduta da Achille Di Paolo Emilio. E ora c’è da concludere i lavori di ristrutturazione di Casa Agbe 2, la casa di accoglienza azzurra, che sta nascendo poco più in là, in via Corno Grande. Mancano gli ascensori e 30mila euro per acquistarli. Sono da completare gli arredi nei tre piani e cinque appartamenti, destinati alle famiglie, padri e madri con bambini malati, seguiti dal reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Pescara e provenienti da tutta Italia, Abruzzo, Marche, Lombardia, Umbria, Molise, Campania, Basilicata, Puglia ma anche da Francia, Albania, Ucraina, Romania, Maldive, Angola, Argentina, Iraq.
Il Covid ha bloccato lavori e speranze, nonostante tutto l’associazione è riuscita a garantire tutti i servizi, gratuiti per le famiglie. Ma non basta, è necessario che «il cuore grande dei pescaresi» torni a battere.
«L’Agbe vince le difficoltà», scrive il presidente Di Paolo Emilio, «è riuscita a garantire i servizi e l’assistenza alle famiglie durante l’emergenza Covid entrato nelle vite di ogni individuo come una minaccia invisibile dalla quale difendersi con tutte le limitazioni sociali e pratiche a cui tutti ormai sono sottoposti». «In questo anno e mezzo», sottolinea il presidente di Agbe, «improvvisamente, il mondo ha iniziato a vivere la condizione a cui sono sottoposti i piccoli pazienti oncoematologici: isolati dai propri affetti, isolati dal normale svolgersi della vita. Uno dei progetti più importanti per Agbe è il completamento della seconda palazzina finalizzata ad accogliere un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà. Abbiamo attivato la solidarietà di tante persone, grazie a chi ci è stato accanto in 22 anni e grazie a chi deciderà di farlo ancora».