L’imprenditore Vincenzo Marinelli, agli arresti domiciliari

PESCARA / L'INCHIESTA

Cinque appalti Asl da 35 milioni: «Così Marinelli otteneva i lavori»

Secondo la Procura, l’imprenditore della sanità, in cambio di soldi e favori alla dirigente Petrella riuscì a far escludere una società che aveva già vinto: «Questo fammelo subito, mò, adesso»

PESCARA. Il valore complessivo è di circa 35 milioni di euro. Si tratta delle cinque gare di appalto indette dalla Asl di Pescara e finite nel mirino della procura, che hanno portato ai domiciliari l’imprenditore della sanità, Vincenzo Marinelli, il suo factotum, Graziano Canonico, e la dirigente della Asl, ex responsabile dei servizi di approvvigionamento, Tiziana Petrella, e il suo «vassallo» e braccio destro, Antonio Verna, utilizzato spesso all’interno delle commissioni di gara per orientarne i lavori: tutti accusati di turbativa d’asta e corruzione.

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LA GRANDE GARA. La gara più importante è la “grande gara” da 18 milioni e 700 mila euro per l’affidamento dei servizi per la centrale di sterilizzazione della Asl di Pescara. Ad aggiudicarsela la Rti Servizi Ospedalieri «in rapporti commerciali con Vincenzo Marinelli, quest’ultimo agente della indicata società, rapporto regolato attraverso un contratto di agenzia intervenuto attraverso la società Progema Hospital», come si legge nel capo di imputazione stilato dal pm Andrea Di Giovanni. E anche in questa gara, stando a quanto accertato dalle investigazioni di polizia e guardia di finanza, le pressioni di Marinelli nei confronti della Petrella sarebbero state forti. In un primo momento la gara era stata vinta da Servizi Italia spa, ma poi la decisione venne impugnata dalla società Servizi Ospedalieri (riconducibile a Marinelli) davanti al Tar che le diede parzialmente ragione, rinviando ogni decisione alla Asl e quindi alla Petrella.

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SOCIETA' DA ESCLUDERE. Da qui le pressioni per far sì che la Asl escludesse definitivamente la vincitrice della gara ed affidasse alla Servizi Ospedalieri quell’incarico milionario. Ma il percorso non era semplice e Petrella dovette ragionare a fondo per trovare la soluzione favorevole a Marinelli, anche coinvolgendo professionisti esterni alla Asl. E a questo proposito c'è una ambientale tra Marinelli e Petrella che sembra più una scenetta, anche se alla base c'era la così detta “gara ponte” che non era stata subito compresa dalla dirigente. «Petrella e Marinelli», scrive il gip Antonella Di Carlo nella misura, «facevano riferimento alla “gara ponte” della sterilizzazione, atteso che il Tar aveva annullato l’aggiudicazione. Marinelli ricordava alla Petrella di essere «sempre a disposizione». Marinelli voleva rimborsare a Petrella un acquisto promesso che la donna aveva già fatto. Petrella non comprendeva esattamente e ricollegava l’offerta di rimborso al preventivo del giardiniere per la sua nuova abitazione (pagato sempre da Marinelli ndr). E Marinelli rispondeva: «no, ma lascia perdere quello», facendo intendere che quella era una cosa già decisa, «no, ma io dicevo per l’altra cosa che ti avevo detto».

E dopo un lungo batti e ribatti, Marinelli se ne usciva con un «e basta!!!», e subito dopo «riaffermava la sua volontà (rafforzata dalla consegna di denaro) a che la Petrella procedesse all'esclusione di Servizi Italia con aggiudicazione alla seconda classificata Servizi Ospedalieri.

«FAMMELO SUBITO». «Senti una cosa», dice Marinelli, « questo fammelo subito, mò, adesso». E Petrella assecondava in pieno la volontà dell’imprenditore: «lunedì!!, lunedì!!». E così, secondo l’accusa, sarebbero andate le cose anche per la gara da 3 milioni di euro per la risonanza magnetica nucleare 3 Tesla; per l’affidamento dei servizi dei pazienti in stato di fragilità (gara logistica), da 13 milioni di euro; quella da 1 milione e 700 mila euro per i sistemi diagnostici per Pescara, Penne e Popoli; quella da 1 milione e 600 mila per la gestione dei servizi di sterilizzazione dello strumento chirurgico presso una centrale esterna.

L'AFFARE DELLE MASCHERINE. E' un altro capitolo dell’inchiesta e riguarda l’imprenditore Fabio Tonelli, amministratore della Bioinnova di Lanciano che trattava la commercializzazione delle mascherine nella fase acuta dell'emergenza Covid. In questo caso, i due dipendenti Asl, la dirigente Tiziana Petrella e il suo «vassallo» Antonio Verna avrebbero turbato la gara d’appalto di «procedura negoziata d’urgenza» di circa 2 milioni in favore della Bioinnova di Tonelli, «legato a Petrella e Verna, titolari di fatto della procedura, da rapporti privilegiati». I due avrebbero avviato la gara «con la consapevolezza che Tonelli partecipasse e anzi lo avvisavano preventivamente dell'imminente pubblicazione del bando».

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