Collecorvino, Barbara: dieci anni con l’amore di un angelo

Storie di mamme super. La sua vita è cambiata con l’arrivo di Christian, nato con un tumore alla base del cervello

COLLECORVINO. La storia di Barbara, giovane mamma di 41 anni di Collecorvino, è una di quelle storie che nella loro drammatica semplicità ti lasciano dentro qualcosa di indelebile. Barbara e suo marito Stefano D’Ercole hanno avuto tre figli, Federico, di 20 anni, Aurora di 17 e Christian, che ne aveva 10, scomparso lo scorso settembre, sconfitto da un male incurabile. Il giorno in cui i medici rilasciano la terribile diagnosi a pochi mesi dalla nascita – un tumore localizzato alla base del cervello - la vita di questa famiglia cambia per sempre.

Barbara è una mamma a tempo pieno, con tre bambini da crescere, ma l’ultimo ha bisogno di lei notte e giorno. La battaglia di Barbara inizia all’ospedale Gemelli di Roma dove Christian trascorre il suo primo anno di vita. Barbara deve accettare la spietata sentenza che non lascia speranze e trovare la forza per vivere la vita con Chri pienamente, con entusiasmo, sapendo che ogni giorno sarebbe potuto essere l’ultimo. Crescendo il quadro clinico del piccolo si fa sempre più complesso: a 13 mesi è tracheotomizzato, la massa tumorale lo rende tetraplegico e viene alimentato tramite una Peg (sonda applicata alla bocca dello stomaco). Ma questa è solo una parte della vita di Chri, perché Barbara, senza perdersi mai d’animo, riesce a far capire ai medici che suo figlio, con l’amore di tutti i suoi cari avrebbe potuto vivere, nonostante tutto, una vita serena solo a casa. E così accade: le equipe mediche si arrendono di fronte alla tenacia di Barbara e del marito e i ricoveri, che dal Gemelli poi si spostano all’ospedale di Pescara, si diradano sempre più. In casa, come in una operosa comunità di api, tutti, anche gli altri figli, hanno i loro compiti e si alternano nell’assistenza a Christian che diventa il centro propulsore di energia di tutti. Le sfide quotidiane sono tante, c’è un mondo fuori dalle amorevoli mura di casa D’Ercole con cui bisogna fare i conti ed è soprattutto quello delle istituzioni. E così per Cristian arriva anche il momento di frequentare la scuola. È questa forse la più grande battaglia vinta da questa mamma coraggio. Dopo tante porte sbattute in faccia, riesce a far decollare il progetto della “scuola domiciliare”, una novità nell’entroterra pescarese in cui nessuno aveva mai creduto. Per quattro anni consecutivi, tra la sordità di molti e difficoltà perché le ore assegnate erano poche, Christian studia a casa con la sua maestra di sostegno e spesso i suoi compagni lo raggiungevano per fare lezione con lui, per condividere feste o anche gite alle quali partecipava. «Ogni volta che erano qui», dice Barbara «Chri era al settimo cielo, il vederlo felice e grintoso mi ripagava di tutti gli sforzi e i bocconi amari ingoiati». Lotta, studia e s’informa Barbara, frequenta gruppi di genitori con gli stessi problemi e non si arrende mai, intraprendendo un’altra crociata con i servizi sociali, locali e regionali, per ottenere sussidi che le erano negati, ma quando arriva questa ennesima vittoria è troppo tardi. Però lei ha ormai sfondato porte di indifferenza e abbattuto muri di pregiudizi, regalando una speranza a tanti altri bambini. «Christian per noi è stato un dono. Ho imparato ad apprezzare tutto il bello che la vita ci regala, giorno per giorno. Il vuoto e il silenzio che ha lasciato in questa casa sono assordanti, ma con l’aiuto di Federico e Aurora andrò avanti». Barbara martedì prossimo inizierà a frequentare un corso di primo livello come operatore di primo soccorso nella Misericordia perché ciò che ha imparato con il suo bambino possa essere di aiuto ad altre persone, mentre la storia di Christian sarà una tesi di laurea di una maestra di sostegno,sull’importanza della scuola a domicilio per i bambini disabili gravi.

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