Covid, i nuovi casi sono in discesa Vecchiet: «Ma il vaccino va fatto»

I contagiati recenti sono 195, un solo decesso (una 93enne dell’Aquilano) e scendono a 27 i ricoveri Per il docente della D’Annunzio i picchi ci saranno ancora perché la malattia ha un andamento ciclico
L'AQUILA. Il Covid in Abruzzo allenta ulteriormente la presa dopo gli incrementi registrati a luglio e agosto. Sono 195 i nuovi casi registrati dal 14 al 20 settembre, contro i 251 della settimana precedente. Scendono anche i morti, da due ad uno: la deceduta recente è una 93enne della provincia dell'Aquila.
In flessione anche i ricoveri, 25 nei reparti ordinari rispetto ai 36 della settimana scorsa, mentre resta immutato il numero dei ricoverati gravi in intensiva, attualmente due. Di contro, aumentano i casi positivi in corso che sono 2.603 rispetto ai 2.513 di sette giorni fa. Va rilevato, tuttavia, un altro dato ovvero il numero dei tamponi effettuati, appena 65, e 1.524 test rapidi a fronte di una popolazione, quella abruzzese, di oltre un milione e 200mila abitanti.
Per l'esperto però i casi rilevati non sono sottostimati, ma bisogna continuare a vaccinarsi. «I contagi stanno diminuendo», afferma Jacopo Vecchiet, professore ordinario alla D’Annunzio e primario di Malattie infettive dell'ospedale di Chieti, «ma abbiamo imparato che il Covid non è più stagionale, come il virus influenzale. Dobbiamo, pertanto, abituarci ad avere questi picchi di focolai che, a seconda della fragilità del soggetto che toccano, possono generare o meno una mattia più seria, tanto da richiedere l'ospedalizzazione».
«L'andamento sinusoidale del contagio», rimarca Vecchiet, «non va di pari passo con le stagioni. Ma grazie alla vaccinazione, e in virtù dell'evoluzione stessa del virus che negli anni ha cambiato la sua aggressività, essere positivi al Covid non significa necessariamente essere ammalati. Abbiamo visto diversi soggetti totalmente asintomatici che arrivano in ospedale per altre patologie e scoprono di essere positivi. Ma questo non deve far abbassare la guardia».
«La campagna di vaccinazione contro il Covid deve essere riattivata e pubblicizzata, soprattutto per anziani e categorie fragili», evidenzia Vecchiet, «quando il virus va a colpire soggetti che hanno patologie croniche, anziani, cardiopatici e immunodepressi, l'impatto può essere importante. Nelle scorse settimana, quando l'andamento era più accentuato, abbiamo ricoverato diversi anziani e soggetti fragili».
La riapertura delle scuole non generato l’effetto temuto, ovvero una risalita della curva dei contagi, almeno per il momento. È così? «In realtà ragioniamo su numeri non così affidabili in virtù del fatto che non c'è più il tracciamento e in molti non effettuano più il tampone», conclude Vecchiet, «il consiglio, ogni volta che un soggetto ha sintomi influenzali o respiratori, è sempre quello di effettuare un tampone per avere una diagnosi precisa».