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Donn.è vuole chiedere i danni: l’associazione contro l’assassino

«Siamo pronte a costituirci parte civile insieme alla rete nazionale dei centri antioviolenza per dare un segnale forte. Ad Ortona la violenza c’è ed è sotto gli occhi di tutti»

ORTONA. «Siamo pronte a costituirci parte civile insieme alla rete nazionale dei centri antioviolenza per dare un segnale forte. Ad Ortona la violenza c’è ed è sotto gli occhi di tutti». L’associazione Donn.è scende in campo dopo il duplice femminicidio che ha sconvolto la città. «Pretendiamo una maggiore attenzione da tutta la comunità e, dato che a breve si tornerà al voto, chiediamo che i candidati sindaci si pongano il problema della parità di genere». Parole forti quelle del centro antiviolenza presieduto dall’avvocata Francesca Di Muzio. Quanto accaduto, per l’associazione è sintomatico di qualcosa che non è andato come doveva: «Dobbiamo capire dove c’è stato il cortocircuito».

La volontà di costituirsi parte civile è sicuramente un gesto importante anche se, secondo un giurista interpellato su questa possibilità, ciò non potrebbe verificarsi perché «la parte offesa deve essere titolare del diritto violato». Comunque Letizia Primiterra, moglie di Francesco Marfisi, non si era rivolta a Donn.è, bensì al centro antiviolenza Non sei Sola di Ortona, da dove arriva la conferma del fatto che la 47enne avesse chiesto aiuto: «Sì, il suo caso è stato portato avanti da noi nel migliore dei modi. Abbiamo rispettato tutte le linee guida che c’erano da seguire. Si era avvicinata a noi da circa un mese», dicono proprio da Non sei Sola, che ieri si è incontrata per una riunione d’equipe al fine di fare il punto della situazione.

Intanto nel condominio di via Zara, dove Primiterra è stata uccisa, ieri mattina c’era una rosa a pochi passi dal portone oltre il quale si è consumato uno dei due omicidi.

«I volti delle donne vittime, dei figli coinvolti in questo strazio, gridano che non si può rinviare ancora la messa a punto di un sistema integrato a garanzia delle donne e della loro incolumità. Fatta nell’immediato e nella contingenza della messa in sicurezza e protezione dal pericolo. Per questo è necessario rafforzare il ruolo e l'azione istituzionale sul territorio a sostegno delle donne, per garantire concrete ed immediate azioni a tutela e protezione per le donne che denunciano»: lo sostiene Paola Puglielli, segretaria provinciale Cgil Fp Chieti, per il coordinamento donne Cgil. «Come pure centrale è il rafforzamento della rete pubblica, con certezza di risorse sufficienti, dei centri antiviolenza accreditati per la presa in carico delle donne. Il lavoro in rete, la presenza istituzionale sul territorio, l'integrazione con i servizi sociali e della sanità, il sostegno professionale e la formazione degli operatori, sono altri tasselli necessari per una efficace azione pubblica nel territorio».

Sull’orrore di Ortona che è costato la vita a Letizia Primiterra e Laura Pezzella, è intervenuta inoltre la senatrice Stefania Pezzopane. «Il femminicidio compiuto da Francesco Marfisi è l’agghiacciante conferma che ci troviamo ormai di fronte a un’emergenza, ad un’efferatezza e crudeltà senza limiti», dice. «Dobbiamo fare in modo che governo e Regione Abruzzo possano dedicare ulteriori risorse alle strutture e agli operatori che si occupano di prevenzione della violenza di genere, sempre a corto di personale e di mezzi. Finalmente il Piano nazionale antiviolenza propone interventi ed azioni di rete, ma non basta ancora». (a.s.)

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