E i fedeli non rinunciano alla santa messa 

I parroci: chiese frequentate, nonostante gli accorgimenti da rispettare durante le celebrazioni

PESCARA. Niente acqua nelle acquasantiere. La Comunione viene distribuita nelle mani e nessun contatto durante lo scambio del segno della pace. Cambiano così le messe ai tempi del Coronavirus. La Conferenza episcopale abruzzese e molisana ha consigliato una serie di accorgimenti da rispettare durante le celebrazioni liturgiche per arginare la diffusione del Covid -19. Eppure l’emergenza non fa paura ai fedeli pescaresi e la vita parrocchiale prosegue come sempre. «Abbiamo dato queste piccole indicazioni», sottolinea don Francesco Santuccione, abate parroco della cattedrale di San Cetteo «che i fedeli hanno recepito in maniera seria. Le messe sono frequentate come sempre e vedo che c’è un clima sereno. Preghiamo affinché il Signore illumini i medici che stanno lavorando per trovare un modo per risolvere questa emergenza». Pur se d’accordo con le misure precauzionali, monsignor Vincenzo Amadio, parroco di San Pietro Apostolo, la Chiesa del Mare, mette in allerta «sulle eccessive preoccupazioni. Non amplifichiamo le paure. Le persone sono tranquille e continuano regolarmente la loro vita. Si fermano, si salutano, chiacchierano e così deve essere. Anche oggi» (ieri, ndr), «a messa è venuta tanta gente». Ha anticipato le disposizioni ufficiali don Cristiano Marcucci, che già durante le celebrazioni liturgiche dello scorso weekend, nella chiesa Visitazione della Beata Vergine Maria, nel quartiere di Zanni, aveva rimosso l’acqua dalle acquesantiere e distribuito la Comunione nelle mani. «Al momento», dice «non ci sono state modifiche nell’affluenza, nella messa, come nel catechismo. Solo nella catechesi del lunedì sera, dove in genere ci sono anche posti in piedi, questa volta, c’è stata una leggera flessione. Ho colto un po’ di imbarazzo tra le persone che hanno qualche colpo di tosse, ma non mi sembra ci sia uno stato di preoccupazione elevato». Ha incontrato qualche piccolissima resistenza tra i fedeli più rigidi, in merito alla modifica della modalità di distribuzione dell’ostia, don Maurizio Buzzelli della chiesa di San Silvestro Papa: «Ho fatto capire loro che si tratta di norme transitorie e di prevenzione».(m.pa.)
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