Filovia strada parco: servono più spazi, la Tua cerca i rimedi 

Partenza a maggio se martedì il ministero darà il via libera Ma i comitati sollevano il problema della carreggiata stretta

PESCARA. Una strada dalle dimensioni inadeguate per accogliere un impianto Brt (bus rapid transfer). La presenza di una condotta del gas lungo il tracciato. Costi di manutenzione a carico del Comune elevati. Sono tanti i dubbi espressi dai comitati che da 12 anni si battono contro la realizzazione della filovia lungo la strada parco.
Dopo la seduta della commissione Controllo e Garanzia, presieduta da Piero Giampietro, che lunedì ha visto in audizione, il dirigente Tua, Michele Valentini che ha annunciato l'entrata in funzione dei nuovi mezzi entro maggio prossimo, una volta incassato il via libera del ministero delle Infrastrutture che esaminerà martedì prossimo la variante progettuale, ieri mattina è stata la volta dei rappresentanti dei Comitati Greenway, Utenti Strada Parco e No Filovia Oltre il Gazebo che hanno concentrato le loro perplessità in un documento, contenente 10 domande, indirizzate a Valentini. Il tracciato ha una larghezza che varia tra il punto più stretto, all'altezza dell'incrocio con via Gioberti, di 6,40 metri, fino ai 7 metri.
Il codice della strada impone agli impianti Brt un'ampiezza minima di 7,50 metri. «Con i vettori larghi tre metri con specchi laterali, specie in alcuni tratti», spiegano i referenti dei comitati «non c'è lo spazio per il passaggio di due mezzi contemporaneamente. Nel punto più stretto andrebbe allargata la strada di almeno 1,10 metri, riducendo di 55 centimetri entrambe le banchine di fermata, che sono già sotto norma. I 40 stalli lungo tutto il tracciato hanno un'ampiezza di 2,20 metri, mentre il codice della strada ne stabilisce una minima di 2,70».
Lungo la strada parco andranno a transitare otto bus (in una prima fase, che poi diventeranno almeno 15) con tecnologia In-motion-charging, vale a dire un filobus di seconda generazione a emissioni zero, che si ricarica lungo il percorso della strada parco, per poi viaggiare fuori dal tracciato con la batteria a bordo.
«Questo vettore bimodale», spiegano i comitati «ha costi di gestione più elevati. Un mezzo solo a batteria costa 2 euro per chilometro percorso, la filovia convenzionale 4 euro per km, mentre questo sistema 5,65 euro a chilometro. A ciò si aggiunge che sarà necessario realizzare due stazioni di ricarica, al tribunale e al Palacongressi di Montesilvano, per consentire il rientro dei mezzi nel tratto coperto dalle linee elettriche aeree».
Alla luce di questi e altri dubbi, legati alla presenza di barriere architettoniche mai state oggetto di rifacimento, di banchine da modificare per portarle dall'attuale altezza di 33 centimetri alla standard di 15, ai nodi relativi agli accessi pedonali lungo il percorso, alla necessità di inserire presidi di protezione, ma anche alle tempistiche per l'approvvigionamento e il collaudo dei mezzi da acquistare, secondo i comitati, il progetto è ben lontano dalla sua effettiva realizzazione entro maggio, annunciata dalla Tua. «Lì dove 33 anni fa c’era il binario unico della ferrovia, decentrata opportunamente a ovest, oggi si fa tornare un doppio binario, creando un danno grande che la città sconterà», concludono i comitati che invitano il sindaco Carlo Masci a fare un passo indietro sul progetto. Appello condiviso anche dal consigliere di centrosinistra Mirko Frattarelli, che esorta il primo cittadino a organizzare «un tavolo di confronto con i comitati già per questa settimana, ascolti le loro ragioni e blocchi i lavori sulla strada parco. Salvi la città da un’opera che sarà incompiuta e che creerà non pochi danni alla città di Pescara».
©RIPRODUZIONE RISERVATA