«Fiume, è di nuovo allerta esondazione»

Il commissario per l’Aterno Pescara, Goio: rischio di una nuova ondata di piena che potrebbe verificarsi a breve

PESCARA. La tregua di un giorno concessa dal maltempo ha evitato solo momentaneamente il rischio di una nuova esondazione del fiume Pescara. Le condizioni di peggioramento, fotografate nell’ultimo bollettino meteo della Protezione civile, impongono il livello massimo di allerta «almeno fino a martedì prossimo». La paura di un alluvione imminente torna a far tremare migliaia di cittadini che adesso, con la mente rivolta all’inondazione del 1992, si affidano a istituzioni e forze dell’ordine per fronteggiare gli effetti del nubifragio. Gli esperti, quelli che da anni studiano correnti e portate dei corsi d’acqua e i relativi rischi idraulici, non riescono ad essere ottimisti.

Adriano Goio, commissario delegato per il fiume Aterno-Pescara, non ha dubbi: «Non solo c’è il rischio di una nuova ondata di piena, ma tutto questo potrebbe verificarsi a breve. Bastano due o tre giorni di pioggia insistente e consistente per mettere in difficoltà il bacino basso del Pescara e le costruzioni che sorgono lì intorno».

Il rappresentante del Governo, chiamato nel 2006 per gestire l’emergenza socio-economica e ambientale dell’Aterno-Pescara, tira in ballo lo stop imposto dal Tribunale superiore delle acque al suo piano di realizzazione delle due grosse vasche di contenimento lungo i fiumi Aterno e Raio. Un’opera da diversi milioni di euro, già appaltata con l’ok della Regione, ma poi bocciata in seguito a un ricorso presentato da un gruppo di avvocati e da un comitato civico. «Trovo esilarante che un tribunale debba entrare nel merito di un progetto tecnico», sottolinea Goio, «sostenendo addirittura che il piano per la messa in sicurezza non funzioni a dovere. Se un giudice debba sentenziare su queste questioni, allora davvero non so dove andrà a finire la giustizia italiana».

Il commissario, arrivato in Abruzzo dal Trentino Alto Adige, dice di trovarsi con le mani legate. «Anche per la Val Pescara sono stati presentati una serie di ricorsi da parte di un’amministrazione pubblica e da privati cittadini», ammette non senza una punta di risentimento, «sono commissario da sette anni e da tempo ormai insisto sulla necessità di costruire, con la massima urgenza, delle casse di espansione per mettere in sicurezza tutti i Comuni della Val Pescara dal pericolo esondazione. Fin quando non metteremo in piedi un progetto organico, che interessi tutto il bacino idrico, ci sarà sempre il rischio alluvione. Lo dico qui, ma l’ho ribadito anche nel corso di incontri avuti con rappresentanti istituzionali nazionali e locali, oltre ad averlo messo per iscritto in diversi documenti ufficiali».

Adriano Goio non ha dubbi e per avvalorare la sua tesi cita alcuni dati tecnici: «Purtroppo la parte bassa del Pescara è senza argini e la portata dell’acqua risulta abbastanza abbondante. I pericoli ci sono se hanno luogo due o tre giorni di pioggia insistente e consistente: una condizione che si è verificata in questa settimana e che dovrebbe ripetersi anche nei prossimi giorni. Il rischio c’è per tutte le costruzioni e gli edifici costruiti nei pressi della parte finale del fiume. Certo, è impensabile intervenire in due giorni. Ma senza un progetto organico, noi tutti restiamo in balia degli eventi».

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