«Il Caffè Venezia non ha futuro»

L'amministratore giudiziario al gip: incassi insufficienti per continuare

PESCARA. «In relazione ai flussi di cassa riscontrati, ai costi di gestione ma soprattutto alla pregressa situazione debitoria non vi sono prospettive di continuazione aziendale». Sono queste le conclusioni che trae Saverio Mancinelli, ex custode giudiziario di Caffè Venezia, il commercialista che è stato incaricato dal gip di redarre una relazione gestionale delle attività della famiglia Granatiero. I due Caffè Venezia in piazza Salotto e in via Venezia, come il locale Piano Terra in corso Manthonè, sono stati dissequestrati il 17 ottobre dal tribunale del Riesame e sono tornati nelle mani dei titolari, la famiglia Granatiero. In quel lasso di tempo, i locali dei fratelli Pasquale e Michele Sabastiano Granatiero - indagati con altre 5 persone per riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita nel corso dell'operazione della Guardia di finanza di Mauro Odorisio e della Squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana - sono stati gestiti dall'amministratore giudiziario Saverio Mancinelli che ha consegnato al gip una corposa relazione in cui ha redatto l'inventario delle singole attività, ha preso in esame la situazione finanziaria dei locali fino a delineare «le prospettive di continuazione aziendale». I locali possono sopravvivere con gli incassi? Scrive l'ex amministratore giudiziario, che ha cessato il suo incarico al momento del dissequestro, che Caffè Venezia in via Regina Margherita ha un incasso lordo medio giornaliero di 4.400 euro; l'omonimo bar in via Venezia ha un incasso lordo medio giornaliero di 1.700 euro, il panificio Piglia la Puglia di circa 1.000 euro e il locale notturno Piano Terra in corso Manthonè di 750 euro. Sono queste le cifre dei flussi di cassa riscontrati da Mancinelli che, messe a confronto con la situazione deficitaria dei locali, hanno portato il custode giudiziario a concludere: «Non vi sono prospettive di continuazione aziendale. Per tutte le società, le cui quote o rami di azienda sono oggetto di sequestro (i sigilli non ci sono più, ndr), è manifesto lo stato di insolvenza differente dal semplice inadempimento che consiste "nella mancata, esatta prestazione di ciò che era dovuto". Tale stato si riferisce non a una singola obbligazione, bensì a tutta la situazione patrimoniale, economica e finanziaria del debitore, risolvendosi in una situazione di impotenza economica, non transitoria, ma permanente e irreversibile». E' la ricostruzione dei debiti fatta dal custode a delineare il futuro poco roseo delle attività. Per la Granatiero Ristorazione, Mancinelli ha ravvisato 560 mila euro di debiti per omessi versamenti di imposte, Iva, contributi, una cifra che arriva a 930 mila euro per il Caffè Venezia Srl. A questi, si aggiungono i fornitori, i canoni di locazione e le rate dei mutui.

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