Il Comune vende anche la ludoteca per ripianare i debiti

Città Sant’Angelo, la minoranza insorge contro il piano che giovedì andrà in Consiglio. Florindi: atto inevitabile
SANT’ANGELO. Si discuterà giovedì il piano delle vendite dei beni pubblici disposto dal Comune di Città Sant’Angelo. Un atto contestato dai consiglieri di minoranza, Lucia Travaglini, Matteo Perazzetti e Maurizio Valloreo. «Un piano» dicono «che disattende le aspettative dei cittadini». Nel documento, si prevede la cessione di diverse proprietà comunali per poter far quadrare il bilancio finanziario dell’ente. «Contestiamo la linea politica che sottende questo atto», attacca la minoranza. Dito puntato contro la scelta dell’amministrazione di alienare il locale che ospita la ludoteca, in zona Fonte Umano.
«Dopo l’addio al progetto sulla piscina, di cui è stato venduto il sito su cui sarebbe dovuto sorgere l’impianto; come la rinuncia alle colonie estive, perché troppo costose, e alla biblioteca per ragazzi, nel centro storico, per mancanza di fondi, e dopo il rincaro delle tariffe sull’utilizzo degli impianti sportivi, ora» proseguono i tre consiglieri, «il Comune vuole mettere in vendita anche il locale della ludoteca, a fronte di una crescente domanda di utilizzo da parte delle famiglie angolane».
«La ludoteca è uno dei pochi punti di aggregazione e socializzazione per i giovanissimi. Le famiglie sono quelle che pagano più caramente il costo dei tagli ai servizi». I tre consiglieri annunciano che diranno no al piano di cessioni nel Consiglio comunale del 27 aprile, in sede di approvazione del bilancio. Il sindaco, Gabriele Florindi, ribatte secco: «Mi chiedo perché non siano arrivate, nei tempi dovuti, proposte serie o soluzioni differenti per evitare la vendita. Il Comune ha un buco di 11 milioni di euro di tasse non pagate, situazione che ci ha costretto a prendere questa decisione. Da chi ha sempre qualcosa da ridire mi sarei aspettato almeno qualche emendamento correttivo a quella che, purtroppo, è stata la nostra unica alternativa»
Ma il piano, incalzano i tre rappresentanti delle minoranze, oltre alle vendite di pezzi pregiati del patrimonio immobiliare, prevede «anche la variazione di destinazione urbanistica, con trasformazioni di aree agricole o destinate a verde, in aree da cementificare. È il caso dell'ex parco Gigiotto e del terreno adiacente alla piazza di Piano della Cona. Chiederemo all'assemblea civica», chiosa il gruppo di opposizione, «di non votare il piano sic et simpliciter, ma di valutare ogni singolo lotto per preservare le originarie destinazioni ad aree verdi, rurali o per lo sport». (r.a.b.)
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