Il piano degli ospedali Ecco la nuova mappa 

Sono 16: L’Aquila avvantaggiata rispetto a Pescara e Chieti

Non sarà facile mettere d’accordo i territori sul nuovo piano della rete ospedaliera abruzzese. Il documento portato ieri nella riunione di maggioranza ha trovato una serie di ostacoli, o meglio, di osservazioni, che hanno riguardato prevalentemente gli ospedali di Guardiagrele, Sulmona e la sottovalutazione delle unità operative complesse di Pescara e Chieti rispetto soprattutto all’Aquila. In prima linea, all’interno della stessa maggioranza, si è posto il capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo. Al termine della riunione, è stato deciso di organizzare una serie di incontri per rivedere, correggere e quindi portare in quinta commissione il piano di riordino della rete ospedaliera, che porta la firma dell’assessore alla Sanità Nicoletta Verì e del direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza. Sarà il primo step cui dovrà seguire l’approvazione in giunta e infine in consiglio regionale. Il Centro è venuto in possesso del documento ed è in grado di illustrarlo in maniera chiara e semplice.
LA NUOVA MAPPA. Il piano prevede 16 ospedali pubblici, così suddivisi: sette presidi (DEA) di primo livello (L'Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara e Teramo), sette di base (Sulmona, Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero) e due in zone particolarmente disagiate (Atessa e Castel di Sangro, che manterranno comunque i rispettivi pronto soccorso).
ADDIO DEA DI II LIVELLO. Nella nuova rete non ci sono più i due DEA funzionali di secondo livello precedentemente individuati, L’Aquila-Teramo e Chieti-Pescara. Si legge infatti nel documento: «In Abruzzo, attualmente, le discipline più complesse che caratterizzano il Dea di II livello, così come declinate nel DM 70/2015 (il cosiddetto decreto Lorenzin, ndc), non sono allocate, nella loro totalità, in un unico presidio ospedaliero. Tuttavia si qualificano come Dea di II livello, per ognuna delle reti tempo-dipendenti, quei presidi ospedalieri che ospitano le discipline di riferimento per la specifica rete tempo-dipendente». Alla luce di queste considerazioni, i presidi con qualifica di Dea di II livello divengono L’Aquila e Pescara per le reti Stroke (ictus) e Politrauma e Chieti e Teramo per la rete Emergenze cardiologiche.
EMERGENZE CARDIOLOGICHE. Il piano individua Teramo e Chieti come hub di II livello nella rete per l’emergenza cardiologica estesa (Cardiologia, Utic, Emodinamica e Cardiochirurgia). Della rete faranno parte anche L’Aquila, Pescara, Vasto e Avezzano come centri hub per la rete IMA (Cardiologia, Utic, Emodinamica) e Sulmona, Lanciano e Giulianova come centri spoke (Cardiologia e Utic).
ICTUS. Anche per la rete dello Stroke (ictus) vengono individuati, oltre ai due presidi con qualifica di Dea di II livello (L’Aquila e Pescara), altri sei presidi di I livello: Avezzano, Sulmona, Chieti, Lanciano, Vasto e Teramo. A Sulmona, si legge nel documento, «viene attribuita questa funzione per minimizzare i tempi di accesso al servizio per tutta la fascia sud-sud est perimetrata dai presidi di Popoli, Castel di Sangro e Atessa. A Teramo viene attribuita la funzione di stroke unit di I livello, e non di II livello, in quanto la UOC di Neurochirurgia del presidio è funzionalmente dedicata specificamente agli interventi di neurochirurgia della colonna».
POLITRAUMA. L’Aquila e Pescara vengono qualificati come presidi ospedalieri sede di DEA di II livello per la rete Politrauma. Il piano prevede anche due Centri traumi di zona (CTZ), a Chieti e Teramo, e tre presidi di pronto soccorso per traumi, a Avezzano, Vasto e Lanciano.
L’AQUILA GUADAGNA,
PESCARA E CHIETI PERDONO. Dalla lettura del nuovo piano, emerge come ad uscire rafforzato dalla riorganizzazione della rete ospedaliera sia soprattutto il San Salvatore, che avrà la Uoc di chirurgia toracica, mentre Chieti e Pescara vengono indebolite di Uoc rispetto al quadro attuale. Il rafforzamento aquilano, in prospettiva, potrebbe avvantaggiarlo nell’acquisizione del titolo di vero Dea di II livello. Ed è questo uno dei punti nevralgici del confronto in corso all’interno della maggioranza.
SULMONA E GUARDIAGRELE. Altro caso è il declassamento dell’ospedale di Guardiagrele, che non viene inserito nemmeno tra gli ospedali di comunità - questi ultimi saranno Gissi, Casoli, Pescina e Tagliacozzo, che acquisiranno anche il titolo di presidi territoriali di assistenza – e che in base al nuovo piano sarà organizzato in «2 moduli da 20 posti letto» in grado di garantire assistenza «a pazienti che non necessitano del ricovero ospedaliero ordinario per acuti ma che al tempo stesso non possono essere trattati in ambito domiciliare».
Chi invece non viene ridimensionato è l’ospedale di Sulmona, che mantiene il punto nascita e, come si è visto, diviene ospedale di I livello nella rete per il trattamento dell’ictus.
PUNTI NASCITA E 118. Oltre a Sulmona, gli altri punti nascita previsti sono L’Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara, Teramo e Sant’Omero. Viene infine confermata la revisione organizzativa delle centrali operative del 118, che dalle quattro attuali scendono a due: una all’Aquila e l’altra nell’area Chieti- Pescara.
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