Imu, niente sconti a Pescara: il Comune conferma le aliquote

Non ci saranno nuovi sconti per la rata di giugno. Filippello: "Eventuali modifiche le decideremo a novembre"

PESCARA. Riduzioni delle aliquote, sconti, abolizione dell’Imu: le promesse fatte nell’ultima campagna elettorale da centrodestra e centrosinistra non saranno mantenute, almeno per ora. I pescaresi dovranno pagare l’imposta sulla casa, entro il prossimo 17 giugno, con le stesse modalità dell’annualità scorsa. Le aliquote saranno le stesse fissate alla fine dell’ottobre scorso, per il pagamento del saldo Imu. La richiesta del Pd di ridurre la tassa, utilizzando il maggior gettito derivante dalla soppressione della quota riservata allo Stato, è destinata a cadere nel nulla, almeno per adesso.

La doccia fredda è arrivata ieri durante l’audizione dell’assessore ai tributi Massimo Filippello in commissione Vigilanza, presieduta da Camillo D’Angelo. «La rata dell’Imu 2013 di giugno», ha detto l’assessore, «con ogni probabilità, si verserà con le stesse modalità dell’annualità scorsa. Più precisamente, il primo acconto si pagherà calcolando gli importi con le stesse aliquote utilizzate per il saldo di dicembre 2012, con la possibilità per i Comuni di rivedere le aliquote entro il prossimo 9 novembre». La decisione di Filippello scaturisce dalla posizione assunta dal governo, che ha già fatto slittare dal 23 aprile prossimo al 9 maggio la scadenza per consentire ai Comuni di modificare le aliquote dell’Imu. «Per adesso», ha fatto presente l’assessore, «tocca attendere per vedere diradare la nebbia che ancora avvolge la materia delle imposte locali. Le sole certezze, per ora, sono rappresentate dall’obbligo del Comune di versare almeno 11 milioni di euro per l’azzeramento del fondo sperimentale di riequilibrio di bilancio e di contribuire al fondo di solidarietà, senza sapere ancora in quale misura». In questo modo, i contribuenti si troveranno a dover ricalcolare l’acconto Imu, da versare entro il 17 giugno, con le stesse aliquote applicate per il saldo nel dicembre scorso. Più precisamente, per le abitazioni principali si applicherà l’aliquota del 3,5 per mille, o del 3 per mille, nel caso siano gravate da mutuo( ma il reddito del proprietario non dovrà superare i 30.500 euro); del 10,25 per mille, per le seconde e terze case e per le aree edificabili; del 7,6 per mille, per le case affittate a canone concordato, per gli immobili concessi in comodato gratuito a familiari e per i negozi utilizzati direttamente dai proprietari per la loro attività; del 9,6 per mille, per gli studi professionali; del 2 per mille, per i fabbricati rurali.

Per evitare di rifare i conti, si può procedere con un sistema più rapido per determinare l’importo dell’acconto da pagare, purché non siano subentrate variazioni nel possesso e nell’immobile, rispetto all’anno scorso. Per la rata di giugno, basta calcolare il 50 per cento di quanto versato l’anno scorso per l’Imu. Durante la sua audizione, infine, l’assessore ha contestato i calcoli del Pd, che ha annunciato giorni fa la presenza in bilancio di un’eccedenza di 4 milioni di euro utilizzabile per ridurre le aliquote dell’Imu. «Eccedenza ad oggi inesistente», ha concluso, «pura espressione di demagogia politica del centrosinistra».

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