Indagini dell’Antitrust sulle cliniche private

Istruttoria aperta su Pierangeli, Spatocco, Villa Serena, Di Lorenzo e Villa Letizia La denuncia di Petruzzi dopo la vendita di Villa Pini fa scattare le ispezioni

PESCARA. Un presunto cartello di case di cura per spartirsi il mercato della sanità privata in Abruzzo, un affare da 160 milioni di euro all’anno. È questa l’ipotesi alla base di un’istruttoria dell’Antitrust in corso sulle cliniche Synergo, del gruppo Pierangeli-Spatocco, Villa Serena, Di Lorenzo e Villa Letizia. Il provvedimento è stato firmato il 6 novembre scorso e sono già partite le ispezioni dei funzionari dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, accompagnati dai finanzieri del nucleo speciale Tutela dei mercati di Roma. Sotto esame c’è la vendita di tre strutture sanitarie accreditate, compresa Villa Pini di Chieti, tutte del gruppo di Vincenzo Angelini e risucchiate nel vortice del fallimento dell’imprenditore chietino. Si indaga per capire se, tra le cliniche private, ci siano state «un’intesa restrittiva della concorrenza» e «una strategia comune».

Petruzzi denuncia. L’istruttoria dell’Antitrust è partita da un esposto presentato dall’imprenditore Nicola Petruzzi, a capo della società Seagull che controlla il policlinico di Abano Terme e che per due anni e mezzo ha portato avanti l’attività di Villa Pini come affittuario. Nell’asta per Villa Pini, Petruzzi ha presentato un’offerta di 26,75 milioni di euro, ma è uscito sconfitto a causa dei 31 milioni offerti dalla cordata Santa Camilla, formata da Synergo, Villa Serena e Di Lorenzo (Villa Letizia non ha partecipato all’acquisizione di Villa Pini). In una ventina di pagine, l’esposto di Petruzzi, inoltrato dall’avvocato Francesco Anglani dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo di Roma, riassume la vendita delle case di cura Sanitrix, Santa Maria e Villa Pini e disegna i contorni di una presunta concorrenza sleale e di un presunto abuso di posizione dominante.

Santa Camilla. In base alla denuncia di Petruzzi e ai primi atti dell’istruttoria, le case di cura abruzzesi avrebbero deciso di non scontrarsi tra loro nella vendita delle strutture fallite di Angelini, evitando di partecipare contemporaneamente alle aste. «Alla gara della clinica Santa Maria», dice una nota dell’Antitrust, «ha preso parte solo Di Lorenzo, attraverso la controllata Villa Gaia. Alla gara della clinica Sanatrix ha preso parte solo Villa Letizia». Per Villa Pini – venduta prima al gruppo Santa Maria de Criptis dell’imprenditore Carmine De Nicola – l’ipotesi dice che tra Pierangeli e Spatocco, Villa Serena e Di Lorenzo ci sarebbe stato un accordo, costituendo la Santa Camilla, per partecipare all’asta. «Secondo le contestazioni formulate nel provvedimento di avvio», dice l’Antitrust, «la decisione di partecipare tutte insieme a quest’ultima gara sarebbe stata adottata dalle tre società solo nel momento in cui, a fronte dell’offerta irrevocabile di acquisto presentata formalmente da Seagull, vi sarebbe stata la certezza che la loro mancata partecipazione avrebbe comportato l’assegnazione di Villa Pini al concorrente».

Villa Pini sotto esame. L’istruttoria dell’Antitrust è concentrata su Villa Pini, un gigante da 522 posti letto autorizzati, di cui 489 accreditati. Che Villa Pini sia una gallina dalle uova d’oro lo dimostrano anche i numeri degli ultimi due anni di esercizio: il fatturato è stato superiore a 30 milioni di euro. In base ai dati della Regione, poi, Villa Pini assorbe il 16 per cento, pari a 26 milioni di euro, del budget per le case di cura regionali.

Concorrenza mancata? In base alle prime informazioni, circolate con l’avvio delle ispezioni nelle cliniche private, l’esposto parlerebbe di una presunta mancata concorrenza a beneficio di una concertazione tra le imprese, un comportamento però vietato dalle regole commerciali.

Riflessi su Villa Pini? Restano ora da approfondire i riflessi che l’istruttoria dell’Antitrust potrebbe avere sulla vendita di Villa Pini e sul mercato della sanità privata abruzzese: la procedura potrebbe chiudersi con un’archiviazione dell’accusa, ma anche con una sanzione oppure con disposizioni sulla vendita. Di certo, prima di un anno, non se ne saprà niente: l’Antitrust darà una risposta entro il 31 dicembre 2014.

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