IL RITORNO DELLA NATURA

L’emergenza fa tornare istrici e fenicotteri 

Nelle valli del Sangro e dell’Aventino avvistati uccelli e mammiferi scomparsi da anni

SANT’EUSANIO DEL SANGRO. Deve sembrare diversa la terra agli animali in questo periodo nel quale la pandemia da Covid-19 ha fermato le attività economiche e quasi interrotto gli spostamenti agli autoveicoli. Non ci ha messo poi tanto la natura a riappropriarsi di quegli spazi dai quali era stata allontanata: fenicotteri alla foce del Sangro tra i territori di Fossacesia e Torino di Sangro, gru nella vallata del Sangro nei campi di grano sotto a Mozzagrogna, anatre “Mestolone” e “Marzaiola” che, indisturbate, si fermano nell’oasi di Serranella.

Segnalazioni di questo tipo arrivano da ogni parte d’Italia come i cigni che nuotano nei navigli a Milano, o le anatre nella fontana di Trevi o nella “Barcaccia” di piazza di Spagna a Roma, o i cigni che avrebbero riconquistato, con una presenza maggiore, i canali di Venezia. Ma se è vero che queste presenze non sono infrequenti, è la loro tranquillità, cioè il mostrarsi in sicurezza senza rumori e persone, a destare meraviglia.

Per tornare nelle valli del Sangro e dell’Aventino, in questi giorni non è infrequente osservare con maggiore facilità l’istrice, animale del quale si erano perse le tracce dagli anni Cinquanta e che è ricomparso in modo sporadico un paio di anni fa. Stessa cosa per il Falco pescatore, il Mignattaio, che appartiene alla famiglia degli Ibis.

Mario Pellegrini è un naturalista e direttore della Riserva Abetina di Rosello e Bosco di Don Venanzio, e ha un “osservatorio” privilegiato su questi argomenti. «In questi giorni siamo in piena migrazione e gli animali, che notano una insolita tranquillità, possono anche decidere di scendere con meno riluttanza nelle nostre zone umide. L’invito che rivolgo a tutti, visto che dobbiamo rimanere in casa, è di usare il binocolo e guardare con attenzione anche in un prato o giardino cittadino: si potrebbero vedere degli animali non comuni».

Certo, vivere in prossimità della Riserva dell’Oasi di Serranella aumenta le possibilità scorgere animali non comuni perché nella valle del Sangro e dell’Aventino c’è notevole ricchezza avifaunistica; per la sua posizione geografica tutta l’area è, infatti, un punto strategico per le migrazioni degli uccelli lungo la costa adriatica.

Oltre agli uccelli, in questo periodo di minore presenza dell’uomo e delle sue attività, aumentano gli avvistamenti di mammiferi in zone non comuni. «Sono in contatto con alcuni amici», afferma Pellegrini, «i quali mi dicono che in questo periodo c’è una maggiore facilità di avvistamenti, con il binocolo, di cervi ai margini dell’Abetina di Rosello, oppure di lontre lungo il Sangro, e di istrici dei quali avevamo perso la cognizione nelle nostre parti, senza contare i lupi che, con una minore circolazione di autoveicoli, si spostano nel territorio con più facilità. Quando sarà passato questo periodo di prova per tutti, dobbiamo riflettere su queste cose e cercare di trovare il giusto equilibrio tra noi e la natura».
©RIPRODUZIONE RISERVATA