L’inchiesta sulla sanità si allarga Con Marinelli oltre 15 indagati  

Secondo l’accusa, l’imprenditore pescarese avrebbe fatto da intermediario tra enti e società fornitrici Ma le indagini sono su vari fronti. Nel mirino della Procura anche dirigenti delle Asl di Pescara e Chieti

PESCARA. Sarebbero più di quindici le persone coinvolte, in qualità di indagati, nell'inchiesta sugli affari dell'imprenditore della sanità Vincenzo Marinelli, che per due giorni è stato oggetto di un'approfondita serie di perquisizioni da parte della guardia di finanza e della squadra mobile di Pescara che stanno conducendo le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Pescara, Andrea Di Giovanni.
Argomento centrale dell’inchiesta è naturalmente la sanità che rappresenta il fulcro delle attività di Marinelli, che però svolge anche una regolare attività di intermediazione in altri settori.
E l’esempio arriverebbe dalle vicende richiamate dal magistrato nel decreto di sequestro che riguardano due gare indette dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pescara, per la fornitura di autobus elettrici.
A riguardo, il pm scrive che dalle indagini «emergeva l’esistenza di un rapporto corruttivo tra Stefano Rampini in qualità di amministratore pro tempore della Rampini Carlo spa e vari funzionari e politici della Regione Abruzzo e del Comune di Pescara (intermediato da Vincenzo Marinelli) finalizzato all’aggiudicazione della gara indetta dalla Regione Abruzzo con determina DPC018/134 del 24 maggio 2018 dal servizio Genio civile di L’Aquila e segnatamente dall’ufficio stazione unica appaltante ed osservatorio dei contratti pubblici avente ad oggetto l’acquisizione della fornitura di n. 68 autobus suddivisi in n. 7 lotti», oltre alla gara per 5 autobus elettrici indetta dal Comune di Pescara con la determina dirigenziale del 7 agosto 2020.
In questo caso dei bus, ci sarebbe stato un interessamento di Marinelli che avrebbe fatto appunto da tramite tra la casa fornitrice e i politici regionali e comunali.
Di sicuro c’è che questa intermediazione sarebbe fallita per Marinelli visto che i cambiamenti sopraggiunti in capo alla dirigenza della società fornitrice, avrebbero fatto saltare qualsiasi ipotesi di regolare accordo che probabilmente si stava imbastendo.
Ma è probabilmente sul fronte sanitario che la procura sta facendo le sue indagini più consistenti. Ci sarebbe stato anche uno stralcio di indagini arrivato da Teramo relativo ad ipotesi di reato contestate alla figlia di Marinelli, Silvia, in qualità di amministratrice della Marifarma, in relazione alla fornitura di apparecchiature mediche a Teramo, al reparto che a suo tempo era diretto dal primario Vincenzo Di Egidio (anche lui iscritto nel registro degli indagati), poi trasferito.
Su questi aspetti i due sarebbero già stati sentiti a suo tempo dalla magistratura teramana che avrebbe poi trasferito il fascicolo per competenza a Pescara. Sotto accusa, una cena offerta a gran parte del reparto del medico da Silvia Marinelli. E poi altri punti fermi dell’inchiesta sarebbero le figure di Tiziana Petrella, l’ex responsabile dell’ufficio acquisti della Asl di Pescara, poi trasferita ad altro reparto proprio a seguito della notizia della sua iscrizione fra gli indagati dell’inchiesta: la stessa Petrella che è stata sentita dai magistrati pescaresi che indagano sull’appalto truccato alla Asl di Pescara che ha portato nei giorni scorsi a tre arresti. Insieme alla Petrella c'è anche Antonio Verna, suo vice, anche lui ascoltato dai magistrati sulla stessa vicenda. E poi una dirigente della Asl di Chieti, il responsabile di una società di pulizie, oltre a tutti i dipendenti di Marinelli, anche loro destinatari delle perquisizioni.
Nell’inchiesta trovano poi spazio tre importanti esponenti politici che sono il presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, l’ex assessore Mauro Febbo e l’ex assessore Silvio Paolucci, tutti destinatari di un provvedimento di proroga delle indagini relativo allo stesso procedimento di Marinelli e con le stesse accuse che sono di corruzione e turbativa d’asta.
Quali siano i loro ruoli sembra sia ancora tutto da vedere. È probabile che la loro iscrizione sia frutto dell’ascolto di una serie di telefonate intercettate sull’utenza di Marinelli: l’imprenditore, peraltro, qualche mese addietro per puro caso scoprì che sotto la sua autovettura era stato sistemato un apparecchio captatore, non installato da Pescara, ma probabilmente da altra procura di fuori regione. Un’inchiesta quindi molto articolata, ma lontana dall'essere chiusa.
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