Lavori al Rampigna, nessun rinvio per scavi 

Il Comune conferma: interventi da marzo. Intanto arriva la protesta con i cartelli di zona archeologica

PESCARA. Un cartello “fai da te” che indica una necropoli di epoca romana affisso sull’ingresso del campo Rampigna: continua così la protesta, in questo caso anonima, di chi si oppone ai lavori di ristrutturazione dello storico campo sportivo di Pescara. Lavori con i quali, da marzo, dovranno essere realizzati campo in sintetico e ristrutturati spogliatoi, tribuna e recinzione. Che in ogni caso gli interventi cominceranno come programmato, lo conferma l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Albore Mascia, che nei giorni scorsi ha incontrato Giulio De Collibus dell’Archeoclub e Domenico Valente di Italia nostra. Alla riunione hanno partecipato anche l’assessore allo sport Patrizia Martelli, il responsabile unico del procedimento Angelo Giuliante, il dirigente del settore Lavori pubblici Fabrizio Trisi e Andrea Staffa della Soprintendenza.
«Abbiamo ribadito che l’opera è stata avallata dalla Soprintendenza», ha spiegato Albore Mascia, «e siamo tornati a spiegare che i lavori non intaccheranno più di tanto il sottosuolo, visto che per il manto di erba sintetica sono previsti solo scavi molto superficiali, che possono arrivare al massimo a 1,20 metri di profondità in corrispondenza dei pozzetti. Su tutto vigilerà la Soprintendenza, che interverrà in caso di ritrovamento di reperti».
Con una nota diffusa ieri Archeoclub e Italia Nostra tornano però a chiedere «alcuni sondaggi sufficientemente profondi, superiori ai due metri almeno, con una spesa modesta e tempi ragionevoli, per non privare la città, per molti decenni ancora, delle verifiche necessarie sulla città romana e sulla fortezza». Le due associazioni, inoltre, ricordano che «il 30 ottobre del 2018, in sede di approvazione del progetto di riqualificazione del Rampigna, il consiglio comunale approvò un ordine del giorno firmato dell’attuale capogruppo della Lega, Vincenzo D’Incecco, che invitava a valutare la possibilità di indagini archeologiche preventive. Amministratori e consiglieri di allora, in buona parte amministratori di oggi, non solo non hanno dato esecuzione a quel documento, ma se ne sono addirittura dimenticati».
Tra coloro che protestano c’è anche chi, nei giorni scorsi, ha tappezzato l’area intorno al Rampigna con volantini che invocano maggiore attenzione per la storia più remota della città. Insieme ai volantini, è spuntato anche il fatto in casa, sul modello di quelli che indicano le zona di interesse archeologico, che segnala la presenza della necropoli di Ostia Aterni, antenata dell’odierna Pescara, i cui resti, si suppone, si trovano proprio nell’area occupata dal Rampigna.(a.r.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA