Avezzano

“Ora la mafia usa i social, attenti a chi promette la bella vita”: il procuratore Gratteri mette in guardia gli studenti

17 Aprile 2025

Nicola Gratteri, 66 anni, procuratore di Napoli sotto scorta e massimo esponente nazionale nella lotta alle mafie, all’incontro con gli studenti degli istituti superiori di Avezzano. « La criminalità ha capito la potenza di Tik Tok e la sfrutta per cercare manovalanza tra voi giovani».

AVEZZANO. La mafia e le diverse espressioni della criminalità organizzata. I pericoli, alcuni più grandi di altri, dei social e del dark web. Dalla pedofilia al cyberbullismo. E poi le difficoltà personali legate alle attuali circostanze di vita. Nicola Gratteri, 66 anni, procuratore di Napoli sotto scorta e massimo esponente nazionale nella lotta alle mafie, oltre che saggista, è intervenuto a un incontro con gli studenti degli istituti superiori di Avezzano. Lo speciale evento ieri mattina, al castello Orsini. Iniziativa che rientra in un più ampio programma di confronto con le scuole. Gratteri non ha mai nascosto di ritenere «l’educazione giovanile il vero elemento di contrasto alla criminalità». Per questo ha scelto di raccontarsi ai giovani. E di condividere con loro le competenze acquisite nel corso di una carriera spesa in prima linea. Senza paura.

L’EVENTO

Gratteri ha presenziato il tavolo dei lavori in occasione del convegno con gli studenti nell’ambito del progetto “Comunità coesa, città più sicura”, promosso per il secondo anno di fila dall’amministrazione comunale di Avezzano, congiuntamente al prefetto a riposo Amalia Di Ruocco, che ha animato il palco assieme al procuratore. Per l’ente erano presenti il sindaco Gianni Di Pangrazio, l’assessore alla Sicurezza Cinzia Basilico e i consiglieri Maurizio Seritti e Antonio Del Boccio.

LA SCORTA

«Com’è una vita vissuta con la scorta?». È stata una delle prime curiosità degli studenti presenti. Non è da tutti i giorni avere la possibilità di confrontarsi con una figura di spicco della magistratura. Specie se impegnata sul fronte d’inchiesta più complesso in assoluto. Quello della malavita. «Non tutti coloro che hanno la scorta vivono nel pericolo», ha sottolineato, con riferimento a un uso della scorta per alcune categorie che ne hanno beneficiato «quasi fosse uno status symbol. Generalmente quelli che devono averla sono proprio quelli che chiedono di ridurla. Il magistrato finisce in una situazione di pericolo perché colpisce con costanza una realtà mafiosa. Gli uomini che mi proteggono sono le persone che frequento di più e nel tempo si crea un rapporto di empatia. Vedo mia moglie ogni 10-15 giorni. I miei figli ora sono grandi e capiscono l’importanza del lavoro che svolgo, ma all’inizio pensate cosa poteva significare per loro vivere con questa pressione. Non posso fare 10 metri senza scorta eppure sono un uomo libero. Perché la più alta forma di libertà è impegnarsi per ciò che è giusto e vivere con onestà». Ha raccontato. Oltre alle rinunce. Quelle legate alla quotidianità della sua famiglia. Come le feste di compleanno, le cerimonie di fine anno, le recite dei figli.

LA MAFIA... SOCIAL

«La mafia ha capito la potenza dei social e l’ha sfruttata rivolgendosi a voi giovani. Per cercare manovalanza». Una denuncia destinata a far riflettere. Gratteri rivela l’altra faccia dei social, quella spietata di un campo di recluta per i criminali di domani. «Come? Se prima le famiglie mafiose corrompevano la società con il denaro, dimostrando potere, comprando le squadre di calcio e facendosi vedere in tribuna con le autorità. O anche fingendo benevolenza nelle manifestazioni religiose, oggi fanno la stessa cosa su Facebook e su Tik Tok. Fanno video, ostentando ricchezza. E non solo per mandarsi messaggi, ma soprattutto per catturare la vostra attenzione, per cercare adepti attratti da un’ipotesi di bella vita. Vita che non condurranno mai davvero, perché chi entra in quel giro, non sarà altro che manovalanza, quella che finisce più facilmente nei guai, in carcere. La stessa a cui vengono commissionati i compiti peggiori. Come gli omicidi». Gratteri ha chiesto ai ragazzi di fare attenzione. Di distinguere ciò che è reale da ciò che è usato per fare adepti. Di scegliere la legalità.

GLI ALTRI TEMI

Su tutti quello delle diverse realtà malavitose. E dell’importanza della denuncia. Sempre, a prescindere da tutto il resto. E dalla natura del problema. Che si tratti di vittime di bullismo, di adescamento sessuale. O altro ancora. «Denunciate. Che siano le forze dell’ordine, la vostra famiglia o gli insegnanti». E poi i consigli sullo studio. «Mi mettevo sui libri 12 ore al giorno. Perché i concorsi si preparano da giovanissimi».