Locali dello stadio il Pescara calcio diffida il Comune

L’ente chiede il pagamento dei canoni per 73 mila euro La società: estranei a qualsiasi richiesta finanziaria

PESCARA. Si inasprisce lo scontro tra Comune e Pescara calcio sul mancato pagamento dei canoni di affitto dei locali all’interno dello stadio Adriatico. Il presidente della società Delfino Pescara 1936 Daniele Sebastiani ha inviato il 31 ottobre scorso, ma la notizia è emersa solo ieri, una diffida al sindaco Luigi Albore Mascia e all’assessore allo sport Nicola Ricotta per contestare la richiesta dell’ente del pagamento di vecchi canoni per l’utilizzo dei magazzini dello stadio Adriatico. Secondo gli uffici dell’amministrazione comunale, la società avrebbe accumulato un debito di 73 mila euro. Il Pescara sostiene, invece, di non avere alcun debito nei confronti del Comune.

La diatriba va avanti dalla fine di settembre 2011, quando il dirigente del Comune Tommaso Vespasiano ha inviato una lettera al Delfino Pescara per richiedere il risarcimento per i danni causati allo stadio durante le partite del campionato di serie B e la regolarizzazione dei pagamenti dei canoni per la pubblicità e per l’utilizzo dei magazzini. La regolarizzazione non sarebbe mai avvenuta. A fine ottobre scorso il Comune, approfittando dell’avvio dei lavori di rifacimento dei locali, ha scritto alla società per invitarla a lasciare i locali oggetto dell’intervento. La risposta di Sebastiani è stata una dichiarazione di guerra. Dopo aver negato l’utilizzo permanente dei magazzini («L’unico locale che viene utilizzato per il deposito indumenti è quello sotto la curva sud», ha scritto), ha concluso la lettera con una diffida. «Certi di avere chiarito la nostra posizione e, altresì, la nostra totale estraneità a qualsivoglia impegno finanziario pregresso nei confronti di questo ente», si legge, «vi diffidiamo in futuro dal perpetuare arbitrarie richieste economiche». Il Comune ha reagito chiudendo i locali con porte e serrature. Pesante il commento dei consiglieri comunali Enzo Del Vecchio (Pd) e Fausto Di Nisio (indipendente), in una lettera aperta inviata a Mascia, al dirigente Vespasiano e al collegio dei revisori dei conti. «Egregio signor sindaco», hanno scritto, «non avevamo alcuna sfera di cristallo quando abbiamo profeticamente ipotizzato che i rapporti tra Comune e società Delfino Pescara sarebbero inevitabilmente degradati a conflitto per la mancata sottoscrizione di un atto per disciplinare i rapporti tra i due soggetti per l’utilizzo dello stadio».

Secondo i consiglieri, ciò comporterebbe il mancato riconoscimento di eventuali danni allo stadio. «Il permanere di una così grave situazione», hanno concluso, «che produce un evidente danno patrimoniale al Comune, impone l’immediata attivazione di ogni iniziativa per il recupero delle somme anticipate dal Comune».

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