l'anniversario

Manoppello, la principessa si commuove per i morti di Marcinelle

Astrid, sorella del re di Belgio, a Manoppello e Pescara per commemorare la tragedia della miniera: «Sì alla fratellanza tra i popoli».

MANOPPELLO. Ha pianto la principessa Astrid di Belgio arrivata ieri a Manoppello per commemorare il 60° anniversario della tragedia di Marcinelle con 262 morti (136 italiani e tra questi 60 abruzzesi). Davanti al monumento ai Caduti con le 262 stelle sul muro a ricordare i minatori morti nel Bois du Cazier in fiamme, la principessa si è commossa. «La mia visita vuole testimoniare un messaggio di fratellanza tra i popoli», ha detto la principessa. La visita a Manoppello ha aperto i 4 giorni di ricordo del disastro organizzati dalla Regione Abruzzo. La tappa di Manoppello è stata il simbolo della commemorazione: nel 1956, proprio da Manoppello partirono 23 dei minatori che poi trovarono la morte nella miniera in fiamme. Le altre vittime abruzzesi erano di Lettomanoppello, Farindola e Turrivalignani.

Nel 1956, quella di Marcinelle era ormai una miniera in fase di esaurimento, senza più manutenzione, in cui i belgi si rifiutavano di scendere. L’8 agosto di quell’anno, un incendio scoppiato nel pozzo 1 trasformò la miniera in una trappola mortale. All’epoca a consolare le famiglie delle vittime dopo l’incidente fu re Baldovino, zio della principessa Ástrid. Ieri è toccato a lei incrociare gli sguardi dei parenti delle stesse vittime: lo ha fatto con garbo, compostezza e gentilezza e ha raccolto anche il grazie delle vedove di due minatori.

[[(Video) Manoppello, l'arrivo della principessa Astrid]]

A Manoppello la sorella di re Filippo del Belgio è stata accolta da una folla festante: è arrivata in municipio dopo un diluvio insieme al presidente Pd della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, all’ambasciatore del Belgio a Roma Patrick Varcauteren Drubbel e a Elio Di Rupo, l’ex primo ministro belga ora sindaco di Mons e originario di San Valentino in Abruzzo Citeriore. Poi, quando è arrivata in piazza Caduti di Marcinelle, è comparso anche il sole.

«La comunità di Manoppello è felicissima di accogliere la principessa. Per noi è un privilegio averla qui», ha detto il sindaco di Manoppello Giorgio De Luca, «vogliamo che questa tragedia non sia dimenticata dalle nuove generazioni per testimoniare l’attenzione verso il lavoro».

Bois du Cazier è un museo patrimonio dell’Unesco e l’ambizione di D’Alfonso è creare anche a Manoppello un polo del ricordo: «A Manoppello», ha annunciato il presidente, «troverà spazio un luogo simbolo dove, come all’interno del museo di Marcinelle, si potrà stabilire la memoria di quella terribile sciagura. Questa è un’occasione non retorica e non formale per ricordare», ha detto il presidente, «l’insegnamento che voglio trarre dalla tragedia è che un’esperienza dolorosa diventi educativa affinché si possa trovare il modo per rispettare la dignità delle persone. Dobbiamo concepire un Paese più grande di quello che abbiamo alle spalle passando dalla cittadinanza nazionale a quella europea». Poi, D’Alfonso ha parlato dell’impegno della famiglia reale belga dopo il disastro di Marcinelle: «La pigrizia delle istituzioni trovò rimedio nella cordialità della famiglia reale». Il presidente ha definito la tragedia «una pagina di ingiustezza che non deve più accadere: no alla retorica, sì alla verità».

Dopo Manoppello, la principessa è arrivata all’Aurum di Pescara per inaugurare la mostra “L’altra Marcinelle” a cura di Enrica Buccione e Max Pelagatti. Poi, la principessa ha partecipato al convegno “1956-2016. Marcinelle per non dimenticare”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA