Il voto in consiglio sul regolamento per la liberalizzazione delle licenze commerciali rinviato a domani
Mascia: stop al dialogo con Teodoro
Mascia rompe i rapporti con la lista civica dopo l'ostruzionismo di Pignoli
PESCARA. Albore Mascia respinge al mittente i ricatti politici della Lista Teodoro che, per ottenere qualche poltrona, ha bloccato i lavori del consiglio lunedì scorso. Un solo consigliere, Massimiliano Pignoli, ha costretto l'assemblea a rimanere in aula fino a tarda notte per discutere e votare i suoi 76 emendamenti-bluff. Così, il regolamento per la liberalizzazione delle licenze per bar e ristoranti, tanto atteso da decine di aspiranti esercenti, non è stato approvato. La seduta proseguirà domani, alle 11,30, con il voto del documento e l'esame di ben 226 ordini del giorno, presentati sempre da Pignoli. Ieri il sindaco ha usato parole dure per commentare quanto accaduto lunedì scorso. «La Lista Teodoro», ha detto, «mi ha fatto un'imboscata». E ora i rapporti tra maggioranza e ribelli del centrodestra, compresi i catoniani sempre in guerra con il Pdl, rischiano di interrompersi bruscamente.
MASCIA ARRABBIATO «L'ostruzionismo di Pignoli», ha commentato il sindaco, «è stato un fulmine a ciel sereno che non mi aspettavo. Questo atteggiamento non può essere compreso dalla città». «Stavo facendo un percorso con la Lista Teodoro», ha affermato, «ho convocato un tavolo politico per lunedì prossimo, invitando, oltre all'ex assessore Gianni Teodoro, anche i catoniani. Adesso non so se si farà. Se queste forze politiche sono interessate a continuare il dialogo, mi vengano a cercare. Non devo essere io a dire se fanno parte ancora della maggioranza. Io vado avanti per la mia strada, posso sempre contare sull'appoggio di 22 consiglieri». Mascia, ha concluso, facendo presente di essere comunque soddisfatto per come sono andate le cose con l'opposizione. «E' nato un rapporto corretto in aula», ha osservato, «il centrosinistra ha dimostrato finalmente un atteggiamento maturo su un provvedimento così importante per l'economia della città».
ULTIMATUM DI PIGNOLI La Lista Teodoro non intende retrocedere dalle sue posizioni. Anzi, ieri Pignoli ha lanciato un nuovo ultimatum al sindaco. «Se non rispetta i patti elettorali», ha avvertito, «continuerò con l'ostruzionismo in aula, bloccando tutte le delibere da approvare». Pignoli ha poi rivelato che il presidente della Circoscrizione Porta Nuova Piernicola Teodoro, fratello di Gianni, starebbe pensando di uscire dalla maggioranza, insieme ai consiglieri del suo gruppo, per contestare l'atteggiamento del sindaco.
La Lista Teodoro accusa Mascia e il Pdl di non rispettare quel patto, stipulato prima delle elezioni, che prevedeva un assessorato per Gianni Teodoro, un posto di vice presidente del consiglio e un impiego in Provincia per Massimiliano Pignoli, nonché una presidenza di commissione per Vincenzo Di Noi, passato di recente nelle file dell'Udc. I teodoriani avevano ottenuto ciò che volevano all'inizio della consiliatura. Ma poi le cose sono cambiate.
Il 5 gennaio scorso, dopo l'ennesima pressione della lista di Masci per far fuori l'ex assessore, il sindaco ha deciso di estromettere dalla giunta Teodoro e tutti gli incarichi sono saltati. «Chiediamo a questo punto l'intervento del coordinatore regionale del Pdl Filippo Piccone per risolvere questa questione», ha sottolineato Pignoli, «la nostra lista ha preso il 5 per cento alle elezioni, contribuendo alla vittoria del sindaco e ora ci devono ridare i posti che ci spettano».
«MAGGIORANZA RISICATA» Il Pd assiste incredulo all'ennesimo scontro nella maggioranza. Lunedì scorso in aula, la Lista Teodoro ha assunto il ruolo di opposizione, al posto del centrosinistra, che ha rinunciato a dare battaglia in consiglio dopo aver trovato un accordo con la maggioranza su alcune modifiche da apportare al regolamento. «Come si conviene a un'opposizione concreta e responsabile», ha fatto notare il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio, «ancora una volta non abbiamo fatto mancare il nostro apporto per migliorare, in questo caso, il regolamento per bar e ristoranti».
«Giovedì», ha continuato, «l'aula sarà chiamata a pronunciarsi sul provvedimento così come emendato per effetto delle sole proposte del centrosinistra, riproponendo lo scenario già visto con il bilancio: un tormentone interno alla maggioranza, per effetto delle non sopite aspettative di tre consiglieri che si richiamano alla corrente di Catone e dell'ultimo teodoriano. Questi, lasciano al sindaco una risicata maggioranza». «Vicende», ha concluso Del Vecchio, «che non fanno altro che consacrare l'immobilismo di questa amministrazione, incapace di affrontare le questioni politiche interne e quelle amministrative. Intanto, la città attende mortificata che qualcuno torni ad occuparsi di lei». (a.ben.)
MASCIA ARRABBIATO «L'ostruzionismo di Pignoli», ha commentato il sindaco, «è stato un fulmine a ciel sereno che non mi aspettavo. Questo atteggiamento non può essere compreso dalla città». «Stavo facendo un percorso con la Lista Teodoro», ha affermato, «ho convocato un tavolo politico per lunedì prossimo, invitando, oltre all'ex assessore Gianni Teodoro, anche i catoniani. Adesso non so se si farà. Se queste forze politiche sono interessate a continuare il dialogo, mi vengano a cercare. Non devo essere io a dire se fanno parte ancora della maggioranza. Io vado avanti per la mia strada, posso sempre contare sull'appoggio di 22 consiglieri». Mascia, ha concluso, facendo presente di essere comunque soddisfatto per come sono andate le cose con l'opposizione. «E' nato un rapporto corretto in aula», ha osservato, «il centrosinistra ha dimostrato finalmente un atteggiamento maturo su un provvedimento così importante per l'economia della città».
ULTIMATUM DI PIGNOLI La Lista Teodoro non intende retrocedere dalle sue posizioni. Anzi, ieri Pignoli ha lanciato un nuovo ultimatum al sindaco. «Se non rispetta i patti elettorali», ha avvertito, «continuerò con l'ostruzionismo in aula, bloccando tutte le delibere da approvare». Pignoli ha poi rivelato che il presidente della Circoscrizione Porta Nuova Piernicola Teodoro, fratello di Gianni, starebbe pensando di uscire dalla maggioranza, insieme ai consiglieri del suo gruppo, per contestare l'atteggiamento del sindaco.
La Lista Teodoro accusa Mascia e il Pdl di non rispettare quel patto, stipulato prima delle elezioni, che prevedeva un assessorato per Gianni Teodoro, un posto di vice presidente del consiglio e un impiego in Provincia per Massimiliano Pignoli, nonché una presidenza di commissione per Vincenzo Di Noi, passato di recente nelle file dell'Udc. I teodoriani avevano ottenuto ciò che volevano all'inizio della consiliatura. Ma poi le cose sono cambiate.
Il 5 gennaio scorso, dopo l'ennesima pressione della lista di Masci per far fuori l'ex assessore, il sindaco ha deciso di estromettere dalla giunta Teodoro e tutti gli incarichi sono saltati. «Chiediamo a questo punto l'intervento del coordinatore regionale del Pdl Filippo Piccone per risolvere questa questione», ha sottolineato Pignoli, «la nostra lista ha preso il 5 per cento alle elezioni, contribuendo alla vittoria del sindaco e ora ci devono ridare i posti che ci spettano».
«MAGGIORANZA RISICATA» Il Pd assiste incredulo all'ennesimo scontro nella maggioranza. Lunedì scorso in aula, la Lista Teodoro ha assunto il ruolo di opposizione, al posto del centrosinistra, che ha rinunciato a dare battaglia in consiglio dopo aver trovato un accordo con la maggioranza su alcune modifiche da apportare al regolamento. «Come si conviene a un'opposizione concreta e responsabile», ha fatto notare il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio, «ancora una volta non abbiamo fatto mancare il nostro apporto per migliorare, in questo caso, il regolamento per bar e ristoranti».
«Giovedì», ha continuato, «l'aula sarà chiamata a pronunciarsi sul provvedimento così come emendato per effetto delle sole proposte del centrosinistra, riproponendo lo scenario già visto con il bilancio: un tormentone interno alla maggioranza, per effetto delle non sopite aspettative di tre consiglieri che si richiamano alla corrente di Catone e dell'ultimo teodoriano. Questi, lasciano al sindaco una risicata maggioranza». «Vicende», ha concluso Del Vecchio, «che non fanno altro che consacrare l'immobilismo di questa amministrazione, incapace di affrontare le questioni politiche interne e quelle amministrative. Intanto, la città attende mortificata che qualcuno torni ad occuparsi di lei». (a.ben.)
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