Medici, pensionamenti in crescita «Tra 2 anni saranno 100 in meno» 

In città e provincia è costante l’uscita dei professionisti che lasciano per raggiunti limiti di età (70 anni) L’allarme di Basile, responsabile regionale del sindacato Smi: senza ricambio, situazione drammatica 

PESCARA. A Pescara l'ultimo pensionamento di un medico di famiglia (Gianfranco De Rita, in servizio per anni a San Silvestro) ha scatenato le proteste dei residenti che hanno chiesto un immediato rimpiazzo. Ma la Asl ha risposto spiegando che «è facoltà del medico, e non della Asl, scegliere l’ubicazione dello studio dove svolgere la professione». Giacomo Di Felice, per anni operativo nell’Ambito Cepagatti, Città Sant’Angelo, Elice, Nocciano, Rosciano, Pianella, Moscufo, Spoltore, Catignano, Civitaquana, sarà il prossimo medico di base a lasciare l’attività convenzionata il prossimo 9 febbraio, secondo quanto comunicato dalla Asl. Sono sempre più frequenti i pensionamenti dei medici di base per raggiunti limiti di età, quando non vi sono altre ragioni. Ma l’azienda sanitaria rassicura: «A Pescara e provincia non ci sono zone scoperte. La situazione è mutevole, certo. La carenza di medici si avverte in tutta Italia, non è solo un problema locale, ma nel caso della nostra Asl non abbiamo utenti che rimangono privi di medici, e la stessa cosa avviene per la Pediatria. Stanno per entrare in servizio due nuovi medici di base, uno dei quali nell’area di Penne».
L’allarme sulla carenza dei medici e dei pediatri viene lanciato periodicamente soprattutto dagli amministratori delle comunità interne. A rilanciarlo, il Sindacato dei medici italiani (Smi) guidato a livello regionale da Silvio Basile. «La carenza dei medici di medicina generale», analizza Basile che peraltro andrà in pensione fra tre mesi, «è una situazione drammatica perché anni fa non è stata fatta, a livello governativo, una programmazione che ci permettesse, oggi, di non avere questa emergenza. Siamo arrivati al punto che i giovani medici in convenzione vengano arruolati dalla sanità senza ancora aver concluso la formazione specifica per la medicina generale, proprio perché non ce ne sono abbastanza. Le criticità», va avanti, «sono evidenziate soprattutto nei piccoli paesi, dall’area vestina alla Val Pescara. L’allarme sulla carenza dei medici è avvertita a Tocco, Torre, Bolognano, Caramanico, Salle, Sant’Eufemia», tanto per citarne alcuni. Ogni medico di base può assistere fino a 1.500 pazienti, anche fino a 2mila negli anni passati. L’età del pensionamento è fissata a 70 anni.
«Il governo vorrebbe portare l’età a 72 anni, facoltativi, per ovviare all’assenza di personale, e a 1.800 assistiti per ciascun professionista. Ma si tratta solo di mettere una pezza», commenta Basile, «la realtà è che i medici non ci sono anche grazie alla scelta scellerata del numero chiuso alle università negli anni ’80 e non sempre possono essere rimpiazzati subito. Ci vogliono 10 anni per preparare un medico, ma l’emergenza, l’urgenza, è adesso. Da due anni a questa parte e nei prossimi tre, almeno il 40% dei medici in tutta la regione andrà in pensione, almeno un centinaio nel comprensorio Pescarese. E la situazione sul fronte dei pediatri è anche peggio: da Manoppello a Popoli erano in sei, ora ne sono rimasti due». Allora che fare? «È necessario sollecitare i ministeri, le istituzioni governative, a riaprire le porte agli studenti universitari di Medicina, basta numeri chiusi, la sanità ha bisogno di medici, dobbiamo cominciare subito».