PESCARA

Minaccia i parenti e dà di matto, fermato con la pistola elettrica e arrestato

Notte agitata nel quartiere San Donato a causa di un uomo di etnia rom in stato di agitazione psico-fisica

PESCARA. A torso nudo inveisce in strada contro il cognato, chiedendo la restituzione di denaro che secondo lui gli era dovuto. Prende l'estintore del condominio e danneggia la porta di casa dei parenti. Poi torna a casa e continua a dare di matto. I genitori chiedono aiuto alla polizia: danno agli agenti le chiavi di casa e questi fermano l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, con il Taser, la pistola a impulsi elettrici. E poi lo arrestano. 

E' successo nella notte del 28 luglio a San Donato. La Squadra Volante arriva a seguito di una segnalazione in merito a una persona che stava minacciando di morte un suo familiare. Sul posto c'è un uomo in strada, davanti allo stabile, a torso nudo, in evidente stato di agitazione psico-motoria, che urla contro il cognato affacciato alla finestra della sua abitazione dove l’esagitato, di etnia rom, si era recato poco prima per chiedere la restituzione di denaro che secondo lui i parenti gli dovevano, mentre per quest’ultimi si trattava solo di un pretesto per ottenere soldi per acquistare droga.

Gli agenti, insieme ad altri equipaggi giunti sul posto, accertano che l’uomo aveva danneggiato la porta d’ingresso dell’abitazione dei parenti utilizzando un estintore condominiale. L’uomo nel frattempo torna a casa sua, sempre nella stessa zona, ma anziché tranquillizzarsi si affaccia al balcone urlando frasi minacciose contro i parenti e buttando oggetti di svariato peso e misura dal balcone, all’indirizzo degli agenti.

I genitori che abitano nella stessa casa con lui, presenti sul posto, chiedono aiuto alla polizia per poter rientrare a casa, spaventati dal figlio che più volte li aveva minacciati di morte sempre per ottenere denaro. A questo punto i poliziotti entrano nell’abitazione utilizzando le chiavi messe a disposizione dai genitori. Alla vista degli agenti, l’uomo continua nella sua condotta fuori controllo e, intenzionato a recarsi di nuovo a casa dei  parenti per farsi giustizia da solo, si avvicina pericolosamente agli agenti, che volevano impedirgli di uscire.

I poliziotti cercando di dissuaderlo estraendo dalla fondina la pistola a impulsi elettrici (Taser) ma lui non sembra voler arrendersi e a quel punto il capo pattuglia usa il Taser per immobilizzare l’uomo, adottando tutte le procedure di sicurezza previste tra le quali la sottoposizione a visita sanitaria eseguita dal medico del 118 non appena condotto in questura a seguito dell’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.

Il giorno successivo al tribunale di Pescara si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto e il giudice, ritenendo legittimi i motivi che hanno condotto gli agenti a operare l’arresto in flagranza di reato, lo ha convalidato.