Montesilvano, l'indagato lascia il Pd e va con Musa

Girosante all'ultimo minuto si candida con la lista Arcobaleno di Di Blasio

MONTESILVANO. «La mia non è stata una fuga da Alcatraz. Ho lasciato il Pd per andare con la lista civica Arcobaleno di un caro amico, Paolo Di Blasio. A me soltanto gli elettori possono mandarmi in pensione, il resto non mi interessa». A parlare così è Evenio Girosante, assessore della giunta dell'ex sindaco Pd arrestato Enzo Cantagallo: messo fuori dalla lista Pd per un'accusa di abuso di ufficio, Girosante ha voltato faccia all'ultimo minuto al candidato sindaco del centrosinistra, Attilio Di Mattia dell'Idv, per rifugiarsi nel centrodestra di Manola Musa (Pdl).

A Montesilvano capitale delle inchieste giudiziarie - sette le indagini sul sindaco in carica e ricandidato Pasquale Cordoma tanto che anche ieri è stato chiamato in tribunale per rispondere di tentata concussione per il caso di una psicologa dell'Azienda speciale minacciata, quattro su Cantagallo - il Pd ha preso la strada delle liste pulite: fuori gioco sono finiti Girosante e il consigliere Gianni Bratti - entrambi a giudizio per un terreno vicino alla strada parco finito a un'impresa e per una sbarra mobile installata all'ingresso della scuola di via Olona - e il segretario del circolo Montesilvano sud Andrea Diodoro, imputato al processo Ciclone. L'unico indagato che si è salvato è il consigliere Francesco Di Pasquale, accusato ma non ancora rinviato a processo per abuso d'ufficio come componente del cda Ato per tre incarichi che, dice la procura di Pescara, sono stati affidati in via clientelare.

Bratti e Diodoro, a denti stretti, hanno accettato il «passo indietro» e non si sono candidati. Girosante ha scelto lo strappo, del resto, il servizio fotografico per santini e manifesti elettorali, realizzato al parco fluviale, è già pronto da 15 giorni: «Ho subìto un'ingiustizia dal Pd», dice Girosante, «e non posso accettare di essere mandato a casa così. Ho un rinvio a giudizio per aver detto sì a una sbarra necessaria a salvaguardare gli alunni di una scuola: si vedrà se l'ex giunta Cantagallo verrà condannata o no. Comunque, tutto ciò è ritenuto grave mentre le accuse di un uso distorto di fondi pubblici dell'Ato contestate a Di Pasquale non lo sono». Così Girosante è il candidato 24 della lista Arcobaleno di Paolo Di Blasio, ex vice sindaco di Cantagallo e imputato al processo Ciclone con l'accusa di aver preso tangenti. L'Arcobaleno ha tre indagati: oltre a Girosante e Di Blasio, c'è Paola Sardella (tentata concussione).

Nel centrodestra, poi, un altro indagato è l'ex assessore Corrado Carbani: è accusato di truffa per i presunti concorsi truccati del Comune con le soluzioni dei quiz consegnate agli amici la notte prima degli esami. Anche il Pdl ha un indagato: è Luigi Marchegiani, coinvolto nelle stesse storie dei concorsi e del terreno e sbarra lungo la strada parco. Facendo la somma, la partita degli indagati si chiude 6 a 1 per il centrodestra.

«Abbiamo dovuto lottare fino alla fine ma gli indagati legati al Comune sono fuori dalle liste», esulta il segretario di Sel Gianni Melilla.

«C'è stato bisogno di arrivare all'ultima notte affinché il Pd escludesse i rinviati a giudizio», dice Corrado Di Sante, candidato sindaco di Rifondazione comunista e Verdi, «questa è una nostra vittoria ma non si può dire però che il centrosinistra voglia voltare pagina: nel Pd si candida il partito dell'acqua rappresentato da Di Pasquale. Con l'Udc», accusa Di Sante, «c'è un condannato dalla Corte dei Conti come Emilio Di Censo per aver, a quanto sostenuto dai giudici, fatto assumere parenti».

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