il caso

Pescara, «Comunione con foto solo a pagamento», e lei ritira la figlia

Protesta di una mamma nella chiesa Santi Angeli Custodi. Il parroco: indicazioni della Curia per evitare caos sull'altare e distrazioni

PESCARA. «Ho ritirato mia figlia. Dopo due anni di catechismo non farà la Prima comunione a fine mese. È una questione di principio: dopo i soldi per i fiori, per comprare la tunica tutti dalla stessa sarta, per l’offerta da fare in chiesa, non mi posso sentir dire dalle catechiste che devo pagare anche per le foto della Comunione, 2,50 a fotografia e 25 euro per il filmino. Ho chiesto anche al parroco, ma l’unica cosa che mi ha saputo dire è stata “se non vi sta bene prendete i bambini e andate in un’altra chiesa”. Sono andata a protestare in Curia ma mi hanno detto che queste sono le regole. Allora ho deciso, niente Prima comunione, mia figlia la farà quando sarà grande». Lo sfogo arriva da Giulia Petcheva, mamma della bambina che per due anni ha frequentano il catechismo nella parrocchia dei Santi Angeli Custodi, la chiesa di via Lago di Posta cresciuta con don Giuseppe Scarpone, da 46 anni parroco della chiesa «di Rancitelli».

«Non è per i soldi», sottolinea la mamma, «ma per l’imposizione: sono una ventina di bambini a fare la Prima Comunione, mi sembra assurdo che un genitore non possa fare una foto al proprio figlio perché c’è un fotografo parrocchiale, imposto dalla parrocchia, che fa le foto a pagamento. La mia è una denuncia morale, perché tutto quello che è successo mi sembra l’opposto di quanto predica Papa Francesco. Il risultato è che mia figlia non farà la Prima comunione, le ho spiegato il motivo, mi dispiace privarla di un evento a cui si è preparata per due anni, la nonna è stata catechista per 35 anni nella stessa parrocchia, ma non posso accettare».

«Sono indicazioni della Curia», spiega don Giuseppe, «per evitare confusioni e distrazioni al raccoglimento durante la cerimonia. Da da quando inizia la messa e fino alla fine c’è solo un fotografo autorizzato. Ogni foto costa due euro e 50, ognuno può scegliere quante comprarne. Ogni dieci foto il fotografo regala un poster gratis. Ma si può scegliere anche di non comprare nulla. E a chi non può permetterselo ci pensa la parrocchia, come pure per la tunica. C’è una sarta che le fa da tantissimi anni, ma noi in questo caso indichiamo solo il modello: la tarcisiana, ognuno è libero di farla dove vuole, l’importante è che siano tutte uguali». Quanto alla scelta del fotografo, il parroco spiega: «È uno della parrocchia, da quando ha aperto lo studio fotografico ci serviamo da lui, che oltretutto è il più economico. Si fa così in tutte le parrocchie, ma per non avere a che fare con queste cose ho delegato due mamme, referenti con gli altri genitori». I 20 euro per i fiori? «Servono per i fiori e la pulizia della chiesa, non l’ho stabilito io ma le catechiste con le suore pastorelle che coordinano le catechiste. Non c’è niente di strano. Se poi la mamma ha deciso di fare di testa sua e portare via la figlia mi dispiace, ma non posso forzarla a rimanere. La libertà è la cosa più bella».

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