Pescara, evasione fiscale da 90 milioni: aperto e rinviato il processo Spadaccini

Al via il processo per la presunta evasione fiscale internazionale che nel 2010 portò all’arresto dell’imprenditore. Si torna in aula il prossimo 12 novembre

PESCARA. Rinviata al prossimo 12 novembre, per consentire l'affidamento di un incarico ad un interprete, la prima udienza del processo relativo all'inchiesta sulla maxi evasione fiscale internazionale da 90 milioni di euro che nel settembre 2010 ha condotto all'arresto, fra gli altri, dello stesso Giuseppe Spadaccini. Oltre all'imprenditore, nel procedimento sono coinvolte altre 12 persone, tra cui l'avvocato Francesco Valentini; il consulente pescarese Leonardo Valenti; il commercialista di Chieti, Giacomo Obletter.

Nell'udienza odierna, un legale della difesa ha presentato istanza di ricusazione nei confronti di due componenti del collegio: Massimo De Cesare, oggi assente e sostituito da Nicola Colantonio, e Sergio Casarella, in quanto avrebbero già fatto parte del Tribunale del Riesame, chiamato a decidere, nell'ambito dell'inchiesta, sulle misure cautelari relative ai sequestri. Casarella si è subito astenuto. Il Tribunale dovrà nominare ora eventualmente un nuovo collegio. Secondo l'accusa, rappresentata dal pm Mirvana Di Serio, Spadaccini sarebbe stato il promotore di tutta l'operazione illecita, consistita nella creazione all'estero di false compagini societarie, con sede a Madeira. L'imprenditore, in particolare, per l'accusa avrebbe promosso e organizzato, attraverso collaboratori italiani, una fitta rete di società italiane e portoghesi che, tra il 1999 e il 2008, avrebbero emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti per 30 milioni di euro. Un giro vorticoso di denaro con l'unico fine di sottrarre i ricavi delle società italiane al fisco, creando fondi occulti all'estero.

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