Pescara, nelle immagini i volti dei rapinatori

I fotogrammi delle telecamere spediti a tutte le questure d'Italia
PESCARA. Sono già in giro per le questure di tutta Italia le foto dei due rapinatori che martedì hanno assaltato la Banca popolare di Puglia e Basilicata di viale Marconi portando via 108 mila euro. Le facce dei banditi, che erano a volto scoperto, sono state infatti riprese dalle telecamere della filiale ed estrapolate dagli investigatori. E non sono le uniche tracce che i due hanno lasciato in giro.
I due rapinatori, infatti, oltre ad aver agito a volto scoperto erano anche senza guanti. È più che probabile, quindi, che dentro la banca ci siano anche le loro impronte digitali. I malviventi hanno agito martedì mattina intorno alle otto. Si sono fermati sul marciapiedi davanti alla filiale come due normali passanti e hanno aspettato che in viale Marconi arrivasse il direttore, che probabilmente seguivano da giorni e di cui conoscevano i movimenti. Con la scusa di chiedere un'informazione i due hanno avvicinato l'uomo, che stava aprendo la filiale, poi hanno tirato fuori le pistole e l'hanno costretto a farli entrare con lui. I rapinatori hanno puntato dritti alla stanza della cassaforte, e una volta lì hanno aspettato insieme che arrivasse l'impiegato con le chiavi del forziere.
Nel frattempo nella filiale sono entrate altre due dipendenti, che sono state fatte nascondere insieme al direttore dietro un bancone. Quando l'impiegato con le chiavi della cassaforte è arrivato e ha aperto il forziere i banditi si sono fatti indicare quali fossero le mazzette civetta e le hanno lasciate lì insieme alle monete. Tutto il resto, cioè i 108 mila euro contenuti nella cassaforte, è andato a finire in un borsone che i malviventi avevano con sè. I due poi sono scappati, mentre fuori dalla banca già erano in fila i primi clienti. Dietro, però, si sono lasciati tantissime tracce che potrebbero aiutare gli investigatori a rintracciarli.
Dalle immagini a circuito chiuso e dalle testimonianze dei dipendenti della filiale gli uomini della Mobile di Pierfrancesco Muriana sono riusciti ad avere una descrizione dei due rapinatori. I malviventi, che come riferito dai testimoni parlavano con un marcato accento siciliano, sono alti tra 1,70 e 1,75 e hanno tra i 30 e i 35 anni. Uno dei due, poi, ha il viso butterato. Nello scambio tra loro i banditi poi si sono fatti anche sfuggire un nome: uno dei due ha chiamato l'altro Salvo. Tutti elementi che, uniti a quei due volti immortalati dalle telecamere, potrebbero portare a identificare gli autori del colpo in viale Marconi.
I due rapinatori, infatti, oltre ad aver agito a volto scoperto erano anche senza guanti. È più che probabile, quindi, che dentro la banca ci siano anche le loro impronte digitali. I malviventi hanno agito martedì mattina intorno alle otto. Si sono fermati sul marciapiedi davanti alla filiale come due normali passanti e hanno aspettato che in viale Marconi arrivasse il direttore, che probabilmente seguivano da giorni e di cui conoscevano i movimenti. Con la scusa di chiedere un'informazione i due hanno avvicinato l'uomo, che stava aprendo la filiale, poi hanno tirato fuori le pistole e l'hanno costretto a farli entrare con lui. I rapinatori hanno puntato dritti alla stanza della cassaforte, e una volta lì hanno aspettato insieme che arrivasse l'impiegato con le chiavi del forziere.
Nel frattempo nella filiale sono entrate altre due dipendenti, che sono state fatte nascondere insieme al direttore dietro un bancone. Quando l'impiegato con le chiavi della cassaforte è arrivato e ha aperto il forziere i banditi si sono fatti indicare quali fossero le mazzette civetta e le hanno lasciate lì insieme alle monete. Tutto il resto, cioè i 108 mila euro contenuti nella cassaforte, è andato a finire in un borsone che i malviventi avevano con sè. I due poi sono scappati, mentre fuori dalla banca già erano in fila i primi clienti. Dietro, però, si sono lasciati tantissime tracce che potrebbero aiutare gli investigatori a rintracciarli.
Dalle immagini a circuito chiuso e dalle testimonianze dei dipendenti della filiale gli uomini della Mobile di Pierfrancesco Muriana sono riusciti ad avere una descrizione dei due rapinatori. I malviventi, che come riferito dai testimoni parlavano con un marcato accento siciliano, sono alti tra 1,70 e 1,75 e hanno tra i 30 e i 35 anni. Uno dei due, poi, ha il viso butterato. Nello scambio tra loro i banditi poi si sono fatti anche sfuggire un nome: uno dei due ha chiamato l'altro Salvo. Tutti elementi che, uniti a quei due volti immortalati dalle telecamere, potrebbero portare a identificare gli autori del colpo in viale Marconi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA