Ragazzini in delirio per Sfera «Diseducativo, ma che mito» 

Al primo concerto con mamma e papà. Lo show del trapper all’ex Cofa

PESCARA. «E' diseducativo, ma è un mito». Ragazzine adoranti, accompagnate da mamme e zie. Fanciulli entusiasti al primo concerto della vita, seguiti dallo sguardo vigile dei papà.
E c'è chi ha ricevuto il biglietto del concerto del rapper che ha iniziato la carriera caricando video su You Tube, come regalo per il diciottesimo compleanno.
Una folla di adolescenti in delirio, nel tardo pomeriggio di ieri, ha invaso l'area dell'ex Cofa per assistere allo «show bomba» promesso dal loro «idolo», Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti , rapper di Cinisello Balsamo, classe 1992. Spalmati e accovacciati sotto la ruota panoramica o arrampicati lungo la ringhiera del ponte del mare, sbarrato dagli organizzatori prima dell'avvio del concerto per evitare l'ingresso ai curiosi dello show gratuito. Sin dalle prime ore del pomeriggio, i fans di Sfera, provenienti da tutta la regione, hanno fatto la fila sotto il sole cocente col bigliettone stropicciato in mano. L'obiettivo era passare il tunnel nero che li avrebbe condotti nell'arena accanto alla ruota panoramica per ascoltare musica a palla del preconcerto, acquistare magliette e fasce per capelli stile anni Settanta e fermarsi ai chioschi della birra e dei panini.
«Sfera è un mito perché, attraverso le canzoni, racconta la quotidianità dei giovani » urlano Giulia e Marina da Chieti. «E' un percorso che abbiamo fatto tutti, io andavo a sentire Renato Zero» dice zia Annamaria, pescarese, che accompagna la nipote Marta, arrivata da Avezzano. La ragazzina ha il «batticuore» perché è al suo primo concerto. Ha solo undici anni, anche se ne dimostra di più, ma è fan di Sfera «già da qualche anno». La canzone preferita è Serpente a sognagli. Vuole una maglietta ricordo « ma quelle no, perché non sono originali»dice indicando una delle tante bancarelle improvvisate lungo i marciapiedi della riviera invasi dai rifiuti, bottiglie, bicchieri e cartacce. Mamma Rachele è con Farida, 14 anni, ma già all'attivo un concerto di Sergio Caputo quando aveva otto anni: «Mia figlia balla davanti lo specchio ascoltando i pezzi di Sfera, che non è un esempio da seguire ma fa tendenza e piace ai ragazzini. Io mi fido di lei che è una brava ragazza, voglio solo che si diverta».
«I suoi messaggi non sono molto educativi», le fa eco Nicole, 13 anni di Sulmona, accompagnata dal papà edicolante in via XX Settembre Fabrizio Colantonio e mamma Daniela Mariani, che infila gli occhiali scuri per nascondere le lacrime. Cuore di mamma si commuove davanti alla bimba che sta crescendo ed è capace di «scegliere i messaggi positivi per fare una bella esperienza». La ragazzina ha l’animo romantico e impazzisce per il pezzo Bang bang, una storia d’amore. I genitori restano fuori dai cancelli, non seguono il concerto, preferiscono andare a cena con gli amici o visitare la città «ma rimanendo sempre nei paraggi». Come hanno fatto anche Francesco Vitale e Luciano Urbano che hanno seguito i figli, Mario (primo concerto a Bologna) e Marco, 13 anni, sino al tendone che li ha condotti nell’arena della musica. «E’ un fenomeno temporaneo», spiegano i due papà, di Vasto, «una moda anche un po’ volgare che passerà e i nostri figli cambieranno gusti musicali, col tempo. Quindi, no, non ci dà pensiero questo concerto». Giovanni Di Primio di Chieti ha ricevuto il biglietto (quasi 30 euro) come regalo di compleanno e al concerto è andato con gli amici Davide e Jacopo Orsini, 19 anni, teatini: «È un fenomeno di tendenza, non riflette il nostro pensiero. Perché ci piace? I testi delle canzoni a volte sono sensati, altre no, ma la musica è piacevole da ascoltare». Dal ponte del mare le mamme gettano giù le bottiglie d’acqua ai figli che sostano sotto la ruota panoramica con i cellulari in mano, accalcati, in attesa trepidante del loro idolo che si materializzerà in ritardo, alle 22,36, sollecitato dai fischi dei fans. L’esordio del rapper tra parolacce e inviti a «tirare fuori la voce, ragazzi». Poi parte con Tran tran.